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Come salvaguardare la salute dell'udito

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Abbassa il volume!  Marie-Caroline Mabille   Nuova Ipsa Editore
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Come nascono i suoni, come li percepisce l'orecchio, quali sono i limiti del nostro udito, e quali semplici precauzioni adottare per proteggersi dai pericoli collegati ai rumori?

L'autore ci avverte: a partire da 85 decibel (il frastuono di una mensa il suono emesso da un pianoforte), l'ascolto prolungato diventa nocivo per l'orecchio umano – più di tre quarti dei soggetti tra i 15 e i 30 anni accusa già disturbi uditivi. Fastidi temporanei, acufeni, iperacusia oppure perdita dell'udito, queste lesioni dell’orecchio hanno conseguenze sullo stato di salute: stanchezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione, stress, ecc.

Per prendere coscienza dell'impatto dell'ambiente sonoro sulla nostra vita quotidiana, questa guida pedagogica informa senza paternali, esplorando la relazione fra l'orecchio e la musica. Si serve dei consigli di specialisti, audiologi, medici, associazioni, e delle testimonianze di professionisti: cantanti, musicisti e DJ.


INDICE DEL LIBRO
Prefazione
Introduzione
Capitolo 1 - La musica in testa
Capitolo 2 - Tra l'incudine e il martello
Capitolo 3 - lo e la mia musica
Capitolo 4 - L'udito invecchia prima rispetto alla musica
Capitolo 5 - Conosco questa canzone
Capitolo 6 - Uscite protetti
Capitolo 7 - Musica maestro
Conclusione
Bibliografia
Ringraziamenti


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Come salvaguardare la salute dell'udito

Marie-Caroline Mabille



torna suPrefazione - Prof. Jean-Luc Puel

"Abbassa il volume", questa espressione mostra quanto l'udito e i rumori siano diventati una vera e propria preoccupazione per la gente. Questa presa di coscienza dovrebbe condurre a dei cambiamenti profondi e duraturi nei nostri comportamenti quotidiani e nelle nostre abitudini di ascolto. Aver cura di sé e del proprio udito non è un riflesso naturale, ma si può imparare.

L'associazione JNA (tournée nationale dell'audition - Giornata nazionale dell'udito) insieme al suo staff di esperti, si batte per la realizzazione di un'educazione alla salute dell'udito per tutti, sin dalla giovane età. Essa promuove le buone abitudini d'ascolto e si impegna per una politica attenta alla salute dell'udito. Oltre alle attività di screening e di informazione durante tutto il corso dell'anno, vengono organizzate anche la Giornata nazionale dell'udito ogni secondo giovedì del mese di marzo, delle attività di prevenzione in occasione della Festa della Musica nel mese di giugno, e la Settimana della salute dell'udito sul lavoro nel mese di ottobre. Queste campagne sono un'occasione di lavoro per gli istituti demoscopici al fine di mappare i problemi dell'udito, identificare i comportamenti a rischio e valutare le conseguenze dei rumori sulla salute in generale.

Queste indagini mostrano senza alcuna ambiguità la necessità di sviluppare un'informazione sui pericoli causati dal rumore e sfatare certi luoghi comuni: senza entrare nel dibattito musicologico (l'eterna distinzione tra la cosiddetta «grande» musica... e tutte le altre), partiamo dal principio che secondo i gusti di ciascuno di noi, non esiste una «buona» o «cattiva» musica. Allo stesso modo, al di là di ciò che conferisce in modo evidente delle qualità organolettiche a un grand cru o a un digestivo rinomato (il vitigno, l'affinamento in botte di quercia, l'età ) non esiste un «buon» alcool o un «cattivo» alcool. Solo la quantità e la durata dell'esposizione all'alcool o al rumore determinano dei rischi per la salute. I concerti o l'uso degli auricolari non sono da proibire ma da consumare con moderazione. Le nostre attività all'interno delle aziende mostrano l'impatto positivo di una buona gestione dell'inquinamento acustico sul benessere e l'efficacia degli impiegati a lavoro. Qualcuno sostiene che il rumore diminuisca l'attenzione, aumenti l'irritabilità e favorisca l'insorgenza degli incidenti sul lavoro e dei conflitti individuali, ovvero dei comportamenti violenti. Oltre alle ripercussioni negative sul comportamento e sulle relazioni sociali, il rumore aumenta lo stress e le patologie associate ad esso (ipertensione, rischi di infarto e ictus).

Quando si superano gli 80 dB (all'interno di una mensa scolastica o per strada), l'esposizione prolungata al rumore comporta la distruzione delle fibre del nervo uditivo, responsabili del trasferimento dell'informazione sonora dall'orecchio al cervello, ciò crea lesioni irreversibili alle cellule uditive dell'orecchio interno. I pazienti si lamentano non solo di non capire ciò che viene loro detto, ma alcuni anche di sentire rumori incessanti e insopportabili nella propria testa (acufeni) e persino di avvertire mal d'orecchi in caso di rumore. Nelle persone anziane i problemi uditivi sono fonte di ansia e spesso sono all'origine di un isolamento sociale che può condurre alla depressione. Questi dati recenti suggeriscono che la sordità acceleri l'invecchiamento cerebrale, favorendo la comparsa di alcune forme di demenza, tra cui l'Alzheimer. Se il classico audiometro permette di individuare la scomparsa o il malfunzionamento delle cellule uditive, la perdita di più del 50% di queste fibre non ha alcuna ripercussione sull'audiometria. Ciò nonostante, i pazienti possono lamentare di non capire le conversazioni in ambienti rumorosi (bar, mense, ristoranti, pasti in famiglia). In altre parole, un'audiometria normale non significa un udito normale.

Il progresso nelle conoscenze ci obbliga ad informare i cittadini, i professionisti della salute e i poteri pubblici sui pericoli derivanti dai rumori. La salute dell'udito integra tutti gli aspetti della vita sociale: i conflitti sociali e gli incidenti sul lavoro dovuti alla difficoltà di comprendersi fra i rumori, lo stress legato al rumore, il burn-out e la depressione nervosa. È dunque urgente integrare il monitoraggio dell'udito e dell'esposizione ai rumori nel nostro percorso di salute fin dalla più tenera età.

Oltre ai problemi di salute, la presa in considerazione dei problemi legati al rumore permette di migliorare l'immagine e la motivazione degli impiegati. Molte aziende innovatrici, alcune start-up, così come le grandi aziende della Silicon Valley, lo hanno capito da tempo e hanno introdotto il benessere sul lavoro all'interno del loro progetto di sviluppo. Progetto utopico, riservato a una élite di laureati? Niente affatto. Le ultime indagini Ifop realizzate dall'associazione JNA dimostrano come i francesi siano stanchi dei rumori e delle relative conseguenze negative sulle condizioni lavorative e sulla vita privata. Tutti vogliamo invecchiare mantenendo una buona salute fisica e intellettuale. Proprio come per lo stile di vita, anche preservare e proteggere le proprie orecchie, creare un ambiente sonoro che favorisca gli scambi è garanzia, in generale, di buona salute e di una vita professionale e personale ricca e armoniosa.

Speriamo che la Francia segua le raccomandazioni del Ministero della salute giapponese il quale ha da poco dichiarato la sordità e la lotta ai rumori una priorità nazionale.

Jean-Luc Puel
Professore di neuroscienze e direttore delle ricerche presso l'Inserm Montpellier Presidente di JNA


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