Ayurveda in dialogo

La Scienza della Vita spiegata a tutti

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Ayurveda in dialogo  Guido Sartori   Nuova Ipsa Editore
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Il testo si rivolge a medici e pazienti, a chi s'interessa di Āyurveda, medicina non convenzionale o energetica, cultori di Yoga e a chi è curioso.

La caratteristica essenziale del libro è l'esposizione dei principi della Medicina Tradizionale Āyurveda sotto forma di dialogo. L'intento è di fare emergere qualità e potenzialità di una visione della medicina centrata sulla persona e rispettosa dei principi della natura.

L'espediente del dialogo fra diversi personaggi che incarnano una storia e/o particolari caratteristiche facilita una migliore identificazione del lettore con un certo punto di vista dialettico.

Le domande sono l'occasione per esporre i principi basilari della Medicina Tradizionale Āyurveda quali: doṣa, dhātu, srotas, svasthya vṛtta, samānya/viśeṣa, cātuspada, sāṅkhyanyāya-vaiśeṣika darśana, ojas, āgni, āma, indrīya, nāḍi parikṣa, samprapti, siddhantha, ecc., sono tutti illustrati nella loro funzione e relazione reciproca. Per alcuni di essi vengono date delle definizioni nuove ed inedite.

Si tratta di elaborazioni teoretiche personali, basate sull'osservanza dei principi ayurvedici tratti dai testi classici dell'Āyurveda e verificate nell'esperienza clinica dell'autore. 
L'esperienza, maturata in anni di studio e di pratica, illustra la necessità, il perché e il valore di tali principi per il procedere diagnostico e terapeutico della Medicina Tradizionale Āyurveda e anche per il pensiero medico in senso lato.

Per la prima volta e in forma divulgativa, sono delucidati il modo di pensare e di procedere ayurvedico a confronto con quello in uso nella medicina biologico-scientifica. I numerosi esempi di situazioni cliniche lette in doppia modalità biologico-scientifica e ayurvedica chiariscono le congruenze e le differenze così come le complementarità fra i due approcci con un sincero e caldo invito ad un dialogo e ad una collaborazione non dogmatica né ideologica fra approcci metodologici a vantaggio della conoscenza e soprattutto dei pazienti.

Tutti i lettori potranno trovare stimoli al proprio pensiero sulla salute e la malattia grazie al modo unico, accattivante e chiaro con cui si presenta una materia considerata complicata e difficile. Un testo veramente unico, fruibile da neofiti e specialisti.


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Introduzione
Ringraziamenti
Nota alla trascrizione e pronuncia dei termini in sanscrito
Proemio
Presentazione
1 - Un caffè ayurvedico
2 - Una scelta?
3 - Le scelte sanitarie – La statistica
4 - Il paziente al centro
5 - Il valore – La responsabilità
6 - Il compito del medico
7 - Assumere il controllo della propria salute – Il compito del paziente
8 - Malattia: sappiamo cos'è?
9 - Medicina e mitologia della malattia
10 - Due visioni
11 - Una medicina eterea
12 - Medicina e fisica della malattia
13 - Armonia o aggressività
14 - Ordine e disordine
15 - Diversità e adattabilità – La definizione di salute
16 - Logica ayurvedica
17 - Leggi e principi
18 - I modi del cercare
19 - Sapere cosa fare
20 - Gli stadi della malattia
21 - Le basi scientifiche parallele
22 - Ragionare ayurvedicamente
23 - Eliminazione e depurazione: perché?
24 - Una chiara visione: il polso
25 - Eliminazione e depurazione: come
26 - I nostri cervelli
27 - La salute - prendersi cura di se stessi
28 - Evoluzione della conoscenza
29 - Āyurveda italiana
30 - Dottrine ayurvediche
31 - Prospettiva e focalizzazione
32 - I cinque elementi e i canali
33 - La normalità e la sua modificazione


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torna suIntroduzione

Cosa mi ha indotto alla scrittura di questo testo? Mi sono posto questa domanda più volte durante la sua stesura e il dipanarsi delle parole sulla pagina bianca. Il succedersi delle piccole ombre nere sulla pagina mi ha dato sicuramente soddisfazione, ma non sono sicuro che mi abbia dato una risposta precisa e certa.

La risposta più banale è... che mi è stato chiesto; più persone mi hanno sollecitato a intraprendere questo compito, trovavano interessante quanto dicevo in lezioni o conferenze e avrebbero avuto piacere di trovare scritte le mie idee. A lungo sono stato sordo a tale richiesta. Era una lusinga, certamente, ma in fondo anche un richiamo, che risuonava dentro di me.

Quindi, quasi a un tratto, lo schermo bianco del computer ha calamitato la mia attenzione: cosa scrivo? Di cosa so scrivere? È emersa immediatamente una verità certa, non sono uno scrittore!
Quindi, quando dico scrivo, non mi riferisco ad un saggio erudito su un argomento, ma mi limito all'esposizione delle mie idee... su cosa? Sul medico e sulla medicina! Sono la mia professione e l'argomento della mia vita.

Ok. Ho deciso, scrivo. Come? Ci sono già tanti libri divulgativi sulla Medicina Āyurveda... mettere in ordine i riferimenti degli antichi testi su come procede la medicina indiana? No, è già scritto bene in altri manuali, perché ripetere ancora i fondamenti dell'Āyurveda?

Sento di dovere e potere fare qualcosa di diverso.... Cosa? Come scrivere dei fatti della Medicina? Dell'Āyurveda si dice che sia più un racconto che una scienza... quindi scriverò sotto forma di dialogo. Ecco! Un dialogo! Un reciproco raccontarsi.

Lo stesso testo di Caraka è la trascrizione dei seminari interattivi condotti da Ātreya. In effetti, molti testi che hanno fatto la storia del pensiero sono dei dialoghi. Una comunicazione aperta e franca fra persone, perché le persone sono le reali destinatarie della sapienza della Medicina Āyurveda. Persone interessate a un argomento vasto e coinvolgente. Vi esporrò questa storiella che raccontò il nostro Maestro, il Vaidya Bhagwan Dash.

Una volta un Maharaj dell'India chiese ai componenti del suo governo “Qual è il mestiere più diffuso nel mio regno?” I dignitari si guardarono indecisi, chiesero di potersi consigliare fra di loro e, dopo un veloce scambio di opinioni, il gran visir disse “mio Signore, bhiśak, il medico, è la professione più diffusa nel Vostro regno o Maharaj”.

Il Maharaj fu moto stupito della risposta. Disse “Diventare medico è difficile. Bisogna studiare molto. Richiede anni di pratica presso un maestro. Come possono tanti cittadini permettersi di diventare un bhiśak?” I consiglieri proposero “Provate Voi stesso la verità di quanto Vi diciamo. Dovreste travestirvi da mendicante e mettervi all'incrocio di quattro strade. Cominciate a lamentare qualche dolore. Vedrete Voi stesso!”.

Il Maharaj fu vestito di stracci, si mise all'angolo di una strada e cominciò a lamentarsi. In men che non si dica cominciano a fermarsi le persone più varie. Un uomo giovane gli chiede cosa gli duole e si offre di portarlo in braccio dal medico più vicino... uno più anziano dice che anche lui ha sofferto di quel male e che lo ha curato con questo e quello... una donna lo ascolta lamentarsi e prega per lui... una ragazza dice che assomiglia alla malattia del padre che è stato curato così e cosà... l'oste di fronte gli porta qualcosa da bere... un altro gli esamina il viso e la lingua e fa una brutta faccia e gli dice di prendere la tale pozione... un altro ancora gli assicura che nella città vicina c'è uno che saprà curarlo... qualcuno estrae dalla sua bisaccia una boccetta di un qualche elisir... un altro ancora si allontana precipitosamente, ecc.
Poco tempo dopo il Maharaj si allontanò e tornò a palazzo.

“È vero, ho visto che avevate ragione!” disse “Il medico è il mestiere più diffuso del mio regno. Però tutti questi “medici” non sono dei veri bhiśak, sono solo uomini di buona volontà che fanno del bene ai sofferenti.

La medicina è una cosa seria e nel mio regno voglio dei medici istruiti. La mia volontà è che si crei una Scuola di Medicina, così che, coloro che desidereranno sinceramente diventare dei veri bhiśak, abbiano libri da studiare e maestri da cui imparare”. Così fu fatto.

Da quel tempo mitico ad oggi, nulla è cambiato. Basta mettersi all'incrocio di “ogni canale televisivo” e si è invasi da ogni genere di consigli di Salute e alimentazione sana, da non medici, ma da presentatori o attrici o cantanti... Rubriche giornaliere o settimanali sciorinano una quantità d'informazioni salutistiche inimmaginabile! Basta incrociare gli scaffali di un'edicola e vedrete interi settori pieni di riviste dedicate alla Salute sia fisica o mentale. Ci sono trasmissioni che si occupano delle “mostruosità” della natura che si manifestano in situazioni cliniche rare e di difficile approccio terapeutico. Obesità esagerate, sindromi rare e strane, storie drammatiche, ecc.

Oggi i nani, o le donne barbute del circo non bastano più a creare sconcerto, la genetica con le sue aberrazioni cromosomiche ha assunto il rango di spettacolo. Come il calcio, la Formula Uno, il campionato mondiale di MotoGP, ecc., anche la salute è argomento di discussione del tipo “bar dello sport” con il tipico andamento basato su argomentazioni di parte o fondate su una comprensione incompleta e forzatamente generiche.

La malattia è una nozione astratta, esiste sempre e solo la singola persona malata. Anche un medico quando parla di una malattia, nella sua mente, sta facendo riferimento a quel caso singolo, o al massimo a una serie di pazienti simili, ma mai identici.

Le informazioni mediche sono disponibili ovunque su Interent, ma c'è da chiedersi se e quanto questa massa d'informazioni ci aiuti a guadagnare qualcosa di positivo per la nostra conoscenza della Salute e della malattia! O genera ansie e angosce?

Ecco! Desidero condividere il mio pensiero e le mie esperienze che si collocano fra la tradizione medica Occidentale a cominciare da Ippocrate e quella Orientale da Caraka e Suśruta, fino ai giorni nostri.
Personalmente non trovo nulla di lacerante o incongruo fra le due tradizioni. Il Giuramento del Corpus Ippocratico e il cap. 8 del Vimanasthāna di Caraka, esprimono gli stessi identici concetti, quasi le stesse parole, sul compito del medico, sulla Salute e sulla malattia.

Credo che sia una buona base di partenza per instaurare un dialogo reciprocamente costruttivo.

Mi auguro che la lettura del “dialogo” susciti nel lettore un “dialogo” interiore, fornisca argomenti per un “dialogo” in famiglia e con gli amici, stimoli un “dialogo” fra colleghi e in particolare modo aiuti una ripresa del “dialogo” fra medico e paziente che è, in ogni parte del mondo la materia viva dell'Arte della Medicina.

Ai lettori fornisco una traccia di pensiero e mi attendo altrettante tracce di possibili risposte per affinare la qualità del “dialogo”.


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