Giochi con me?

Tanti modi creativi per accompagnare i nostri figli nella crescita

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Giochi con me?  Claudia Porta   Il Leone Verde
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Non si è mai troppo giovani, né troppo vecchi per giocare. Fin dai primi giorni di vita possiamo interagire con i nostri piccoli attraverso il gioco.
Nei primi mesi il bambino scopre il proprio corpo. Possiamo aiutarlo, stimolarlo e coccolarlo attraverso il contatto fisico e visivo. Massaggi, carezze, contatto corpo a corpo (portandolo ad esempio nella fascia) saranno estremamente graditi a questa età.
Non è necessario acquistare giocattoli per stimolare il bambino. Tutto ciò di cui ha bisogno è il contatto e l’interazione con il mondo che lo circonda. Parlate con il vostro bambino, cantate per lui. Filastrocche e ninnenanne sono spesso tra i ricordi più cari della nostra infanzia.
Verso i sei-otto mesi i bambini adorano il gioco del cucù. Questo gioco permette loro di assimilare il concetto di permanenza dell’oggetto (l’oggetto – in questo caso il genitore – esiste anche quando non lo vedo) e di sviluppare la memoria a breve termine. Ma questo gioco è anche molto di più. Il contatto “occhi negli occhi” rafforza il legame e la connessione tra genitore e figlio.
A questa età il bambino apprezzerà anche i giochi sensoriali proposti nella seconda parte di questo libro. Questo genere di attività potrà essere proposto, con diverse modalità, fino ai sei anni e oltre.
Tra gli otto e i dodici mesi il bambino inizia a esplorare in modo più audace e attivo. Sportelli, cassetti e armadi alla sua altezza forniscono esperienze sensoriali formidabili. Ovviamente è giunto il momento di fissare alcune regole. Riservandogli un cassetto pieno di oggetti interessanti e inoffensivi (cucchiaio di legno, pentolino, strofinaccio) lo terrete impegnato mentre svolgete le vostre faccende ed eviterete che svuoti l’intera cucina.
Secondo Maria Montessori il senso dell’ordine (esteriore e interiore) si sviluppa nei primi due anni di vita.
Dai due anni in poi entra in scena l’immaginazione. Un oggetto può acquisire un valore simbolico e trasformarsi in qualcos’altro. La bambola verrà accudita e curata con amore e attenzione, sia dai maschi sia dalle femmine.
In questa fase, il bambino giocherà a imitare gli adulti con i quali interagisce.
Questo è il suo modo di scoprire se stesso e di esercitare le proprie abilità psicomotorie. Lasciate che vi aiuti nelle faccende di ogni giorno. Ne trarrete entrambi grande soddisfazione.
Verso i tre-cinque anni potrete proporre teli da gioco e travestimenti. Se giocate all'aperto potrete stupirli con le bolle di sapone. L’albero genealogico permetterà al bambino di comprendere le relazioni tra i membri della famiglia e di trovare il proprio posto. Le attività artistiche (pittura, disegno, arti plastiche) saranno estremamente gradite a questa età, così come tutte le esperienze sensoriali.
Dai sette anni in poi, il gioco ruota intorno all'immaginazione. È particolarmente importante, anche in questa fase, incoraggiare i bambini a esprimere la propria creatività, nonostante le forti influenze dei giochi moderni che tendono a relegare il bambino in un ruolo passivo o in uno scenario preconfezionato. Una mente “bambina”, aperta e creativa, sarà un dono prezioso per il resto della vita.


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Prima Parte
1. L’importanza del gioco: Gioco e ripetizione - Il gioco come esercizio sensoriale - Il gioco per combattere le paure - Lasciamo che si annoino! - Giocare con mamma, giocare con papà - L’amico immaginario - Dare l’esempio
2. Gioco e giocattoli: Come scegliere i giocattoli - Gioco e condizionamenti - Creare insieme - La stanza dei giochi - Le armi giocattolo - I travestimenti
3. Non solo giocattoli: Gioco e competizione - Bambini e TV - I videogiochi - Giochi e stereotipi
4. Giochi classici: Le bambole - Le bambole Waldorf - La bambola-fazzoletto - L’oggetto transizionale
5. Arte, manualità e tradizione: L’esercizio dell’arte - Per i più piccoli: sperimentare il colore - Interpretare i disegni dei bambini - I colori - Il test della famiglia - La musica - I lavori manuali - Giocattoli fatti a mano - La magia della lettura - Consigli di lettura per i piccolissimi - Libri fatti in casa - Giocattoli fai da te: la sicurezza - Tradizioni di famiglia - Celebrare le festività
6. Il contatto con la natura
Seconda Parte
Giochi in casa: La bambola-fazzoletto - La bambola Waldorf - Il tappeto da gioco - La giostrina colorata - Il cubo sensoriale - Il cesto dei tesori - Gioco sensoriale: riconoscere gli oggetti - Il libro arcobaleno - Il Doudou-etichette - L’album di famiglia - Gli scaldotti - Gioco sensoriale: riconoscere gli odori - Le bolle di sapone - La pasta da modellare - La trottola - I quadrati di tessuto - Il cubo delle allacciature - I teli da gioco - La borsa-furoshiki - Costruzioni di legno - Quando il telefono aveva i fili - Il telaio - Le pozioni magiche - I caldomorbidi - Il cuore da coccolare - Bamboline, animaletti e automobiline con rocchetti di filo - Le carte da cucire - L’albero genealogico - La girandola - Il mei tai per le bambole - Timbri fai-da-te - Maschere con sacchetti di carta - Cibo di maglia
Giochi all'aperto: Osservare, interagire, rispettare - L’erbario - Il Diario del Naturalista - La caccia ai colori - Memory foglie e fiori - Collage con fiori e foglie - Caccia al tesoro sensoriale - I mandala - Aiutare gli uccelli a sopravvivere all’inverno - Le pigne ai semi - Il burro di arachidi - Mangiatoia per uccelli - Osservare le farfalle - Allevare le farfalle - Le coccinelle - Allevare le chiocciole - Allevare le rane - Allevare i vermi - Dal seme alla pianta - L’orto sul balcone
Giochi all'aperto: Le “Flamenco Flower Dolls” - Il puzzle di stoffa - La mappa del cuore - I cubi-lavagna - Gli acquarelli fai da te - La tavoletta multi-attività - Il saltamartino - Dipingere senza sporcare
Tradizioni dal mondo: Il Koinobori - Il Kamishibai - Il Bai Jia Bei - L'acchiappasogni
Cartamodelli
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Bibliografia
Indice


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Da bambini, tutti sappiamo giocare. Crescendo però smettiamo gradualmente di farlo per poi accorgerci, di fronte ai nostri figli, che non ne siamo più capaci. Spesso il gioco viene sostituito da sport competitivi che, per quanto si chiamino giochi (si dice infatti “giocare” a tennis o a golf) non hanno l'aspetto libero, spontaneo e creativo del gioco nella sua accezione primaria. Smettendo di giocare per tanto tempo dimentichiamo come si fa e abbiamo poi difficoltà a connetterci con i nostri figli. Giocare non è più spontaneo. Dobbiamo decidere di giocare, impegnarci e a volte anche sforzarci.

Continua a leggere ---> "Estratto del Capitolo 1 - L'importanza del Gioco" di 'Giochi con me?' di Claudia Porta


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