Sempre con lui

I vantaggi di essere un genitore a tempo pieno

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Sempre con lui  Isabelle Fox   Il Leone Verde
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Milioni di bimbi piccoli - sotto i due anni - sono al giorno d'oggi privati del necessario e sano accudimento, a motivo dell'impegno lavorativo di entrambi i genitori e della frequente sostituzione delle principali figure di riferimento. Questo problema ha raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo occidentale a partire dagli anni Novanta, tanto che attualmente quando si parla di politiche per la famiglia è consuetudine fare riferimento quasi soltanto alla creazione di un numero sempre maggiore di asili-nido, o strutture affini.

Questo libro importante approfondisce con il cuore questo fenomeno sociale e offre numerosi spunti di riflessione e concetti di vitale importanza per il benessere psicologico dei bambini, ma è altresì particolarmente ricco di soluzioni e suggerimenti pratici per poter offrire sempre a nostro figlio - a seconda dei vincoli famigliari e degli impegni lavorativi - la migliore possibilità di sentirsi accudito, compreso e amato.


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I vantaggi di essere un genitore a tempo pieno

Isabelle Fox



torna suPrefazione

Quando mi è stato proposto di tradurre questo libro ho accettato l’incarico con piacere, perché ho sentito che le tematiche di Sempre con lui – I vantaggi di essere un genitore a tempo pieno si riallacciavano in qualche modo a quelle del mio Sono qui con te* (anche il titolo originale è molto simile: Being There, “Esserci”).
Ecco perché ho chiesto all’editore di aggiungere questa presentazione al testo: volevo offrirvi, in un linguaggio meno tecnico di quello dell’autrice, una mia personale sintesi e testimonianza di argomenti che conosco molto bene per averli vissuti in prima persona e faticosamente rielaborati. Mi rendo conto che solo ora riesco a parlarne perché fanno ormai parte del mio passato, divenuto una storia da raccontare.
E' proprio vero – come afferma Isabelle Fox – che un bambino si costruisce un’immagine del mondo in base alle esperienze che ha vissuto nei suoi primi giorni, mesi e anni di vita. E' come se queste gli rimanessero stampate nel corpo e nell’anima e fungessero da lenti deformanti, fornendogli una particolare interpretazione della realtà. Il problema è che anche quando la realtà cambia, l’interpretazione permane: è come se il bambino, una volta divenuto adulto, continuasse a guardare attraverso le lenti dell’infanzia che gli danno una visione distorta e inadeguata della realtà. Così la sofferenza permane e cova all’interno del suo animo non trovando una via d’uscita, se non attraverso sintomi emotivi e a volte anche fisici che si manifestano spesso in età avanzata. Più precoce è l’esperienza traumatica e più profonde sono le ferite che ne derivano.
Lo schema di base è molto semplice: un neonato ha un bisogno (come la fame, il freddo, la paura), si sente solo, triste, annoiato, intimorito e piange. Il suo pianto è un richiamo per l’adulto, è l’unico modo che il bambino ha per catturarne l’attenzione, il suo solo linguaggio. La mamma accorre e lo prende in braccio, lo culla e gli offre il seno, il papà lo coccola e lo accarezza.
Il bambino si rassicura e subito si calma. Si sente accudito, compreso e amato. Qualcuno ha capito il suo linguaggio e gli ha risposto: “Sono qui con te”. Non è uno straniero in questo mondo. Questa esperienza è la base su cui si formano la fiducia nel mondo, negli altri ma anche in se stessi.
L’interpretazione che il bambino dà è: “Questo è un buon posto dove stare, è un posto sicuro, dove sono accolto, protetto e amato”. Un bambino che cresce con questa visione è un bambino che cresce su una base sicura e che sarà in grado di far fronte alle tempeste della vita, proprio come un albero che può sfidare il vento perché ha forti radici che affondano nella terra.
Al contrario, un bambino che nei primi tempi della sua vita ha vissuto l’esperienza dell’abbandono, sia perché è stato separato dalla madre per un’eccessiva medicalizzazione della nascita e del post-partum, sia perché ha dovuto stare troppo a lungo in un’incubatrice, oppure a causa di problemi di salute suoi o della madre è passato di mano in mano e ha ricevuto cure da persone estranee (come possono essere le infermiere) dal tocco anonimo e frettoloso, o anche perché è stato affidato molto presto alla cura di sostituti materni, o è stato lasciato piangere a lungo nel suo lettino, questo bambino si costruisce una ben diversa interpretazione della realtà: “Il mondo è un posto insicuro e pericoloso dove stare. Se piango nessuno risponde, nessuno viene. Nessuno mi vede, mi ascolta e mi ama”. L’unica cosa che il bambino può fare in questo caso è aspettare, ma l’attesa diventa infinita, anche perché un neonato non ha il senso del tempo e per lui un quarto d’ora equivale all’eternità. Questo bambino non riesce a sviluppare la fiducia e la sicurezza perché i suoi bisogni primari non sono stati soddisfatti al momento giusto.
Sarà come un albero senza radici, che ondeggia al minimo soffio di vento.
Per un bambino piccolo non essere toccato, guardato, ascoltato con amore significa non esistere, e il senso di solitudine e il dolore che ne conseguono sono così forti e impossibili a reggersi che devono essere per forza repressi e rimossi. Si tratta di una strategia di sopravvivenza.
Questo bambino cercherà per il resto della sua vita ciò che così tanto gli è mancato: il tocco fatato, il contatto morbido e caloroso con il corpo materno, il senso di sicurezza dell’essere accudito, la gioia dell’essere ascoltato, visto e apprezzato. In una parola la beatitudine unica dell’intimità tra il neonato e la sua mamma. La cercherà con tutte le sue forze nelle persone che incontra nel corso della sua vita, ma queste non faranno che riattizzare in maniera inconsapevole il fuoco della sua ferita primaria fino a quando la sofferenza repressa per tanto tempo sarà divenuta talmente insopportabile da spingerlo a cercare una soluzione, avviando così un processo di terapia e di guarigione. Dovrà con coraggio andare a guardare in faccia ciò che gli faceva tanta paura: l’esperienza della morte – perché è questa che vive un bambino piccolo lasciato a se stesso. Purtroppo non c’è altra strada per curare le ferite del passato se non quella di andarle a guardare.
Vista la fatica e la difficoltà di un processo di ri-nascita (che però toccherebbe a tutti i genitori se non vogliono trasmettere ai loro figli pesanti carichi emotivi), converrebbe concentrare i propri sforzi nella prevenzione e nell’offerta di condizioni ottimali di accoglienza al neonato. Il bambino giunge tra noi proprio come un ospite che si aspetta di essere atteso e ricevuto con tutti gli onori. E soprattutto con amore.
Basta una sola persona – ci ricorda Maria Montessori – che creda in noi, che abbia fiducia nelle nostre capacità, che sia pronta a difenderci, una persona che ci apprezzi per quello che siamo, che veda in noi ciò che altri non vedono – la nostra essenza, la nostra bellezza interiore –, che si interessi a noi in modo speciale, per darci la forza di superare tutti gli ostacoli che la vita ci pone e il coraggio di vivere anche in condizioni difficili. Non occorre una folla, ma una relazione uno-a-uno solida, affidabile, su cui poter contare.
Come quella con una mamma (o una sua sostituta) buona e presente.
Questo credo sia il messaggio più importante di Sempre con lui.
Ritengo perciò una grande, ottima idea, da divulgare e promuovere, quella proposta dall’autrice, di corsi da introdurre nelle scuole superiori e nelle università sulla conoscenza dei bisogni del bambino e le tappe del suo sviluppo. Il mestiere di genitori è uno tra i più difficili e nello stesso tempo l’unico per il quale non esista preparazione di sorta. Questo è sicuramente un dato su cui riflettere.
Un’ultima precisazione prima di concludere: spesso si parla nel testo della necessità di “stimolare” i bambini. Credo che queste parole vadano interpretate nel senso corretto: gli stimoli di cui hanno bisogno i bambini sono in realtà le risposte ai loro bisogni. Si tratta di fornire loro gli strumenti necessari alla loro crescita e al loro sviluppo fisico, psichico e spirituale, il cibo necessario al loro corpo, alla loro mente e alla loro anima.
? tutto qui. In fondo è semplicemente una questione di consapevolezza e di amore. Come ci testimoniano del resto le parole delle mamme che hanno scelto di “esserci” per i loro figli e che abbiamo voluto inserire in questa edizione italiana di Being There per renderla ancora più interessante di quanto già non sia e soprattutto utile a tutti quei genitori che si interrogano con onestà e impegno sui bisogni e sul benessere dei propri bambini.


Buona lettura!

Elena Balsamo


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I vantaggi di essere un genitore a tempo pieno

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torna suIndice

I - Chi si occupa dei nostri figli: il dilemma di ogni genitore
Obiettivi di questo libro
Il significato di “continuità” e la sua importanza nella formazione
di un “attaccamento sicuro”
La storia di Timmy
Scegliere: un genitore o un sostituto
Basi della teoria dell’attaccamento
I motivi della sottovalutazione dei problemi dovuti all’avvicendamento di diverse figure di riferimento

II - Un dono d’amore: il mestiere di genitore come carriera temporanea
L’importanza della principale figura di riferimento
I vantaggi di un genitore come principale figura di riferimento
Riduzione del tempo dedicato ai figli nel corso della loro crescita
Perché le madri rientrano al lavoro
Genitori single: per caso o per scelta
Il “mito” della qualità del tempo
Tuo figlio come “investimento”
Che cosa desidera Timmy dalla sua mamma

III - Bonding e attaccamento: la chiave per comprendere la relazione genitore-bambino
Il sorriso del neonato
Modelli operativi interni
Ansia da estranei
La “base sicura”
Ansia da separazione
Modelli di attaccamento: sicuro, ansioso e distaccato
L’eredità delle separazioni e delle perdite: protesta, disperazione e distacco
Separazioni a lungo termine

IV - Quando le figure di riferimento cambiano: i pericoli del “carosello delle tate”
Problemi scolastici
Elevato rischio di comportamenti delinquenziali
Difficoltà nello stabilire relazioni intime
Depressione e altre gravi malattie mentali
Abuso di alcol e droga

V - Cure genitoriali e cure sostitutive a confronto

La giornata di Jane
La giornata di Randy
Betty e Sally a confronto

VI - Perchè occuparsi dei figli
Linguaggio e sviluppo cognitivo
Comprendere le paure del bambino
La presenza come supporto alla diverse esperienze di crescita (svezzamento da pannolino, biberon succhiotto)
Riduzione dell’aggressività e della rivalità tra fratelli grazie alla presenza del genitore
– “Momenti speciali” da dedicare ad ogni figlio
Proposte di gioco: pittura, giochi con l’acqua, manipolazione con fango, sabbia, e argilla, le costruzioni, bambole e animali di peluche, travestimenti e drammatizzazioni
– Costruzioni
– Bambole e animali di peluche
– Travestimenti e drammatizzazioni
Incoraggiamento e supporto alla lettura
Controllo dei media: televisione e videocassette
Insegnamento della disciplina
– Insegnamento della disciplina attraverso l’esempio
Sviluppo della coscienza: la trasmissione di valori morali e sociali
Programmazione delle attività familiari, feste, gite e pasti in famiglia: questione di tempo
Il ruolo dei genitori nell’educazione sessuale
L’importanza di essere sempre con lui
Che cosa desidera Timmy dal suo papà

VII - Soluzioni. Ovvero: come garantire la continuità dell’accudimento
Guida pratica al buon accudimento di un figlio
– Quanto conta la disponibilità economica?
– Richiedere un prestito per prolungare la maternità
– Risparmiare in vista dell’arrivo di un bebè
– Ridurre le spese
– Rimandare il più possibile il rientro al lavoro
– Lavorare da casa
– Lavorare part-time
– I nidi aziendali
– Lavoro e carriera in “stand-by”
– Il metodo del “genitore a turno”
– La richiesta di un’aspettativa (eventi fortunati e disponibilità economiche permettendo)
Figure sostitutive dei genitori
– La tata “normale”
– Ulteriori considerazioni sulla scelta della tata
– Ragazze straniere alla pari
Come selezionare un’aspirante baby-sitter
– Accertarsi delle condizioni fisiche del candidato
– Accertarsi dell’idoneità al ruolo di baby-sitter
Soluzioni alternative
– Genitori-single “a domicilio”
– “Comuni” e cooperative familiari
– Unione delle risorse economiche in fondi comuni
– Nonni e altri parenti e amici motivati
– La riduzione dei tempi di spostamento verso il luogo di lavoro come soluzione per essere genitori più presenti
– Asili nido “tradizionali”
– Asili nido familiari
Criteri per la selezione di un nido tradizionale o familiare
– Nidi e rischi per la salute
Fare la scelta migliore

VIII - Considerazioni finali
I ricordi di una madre

Appendice
Testimonianze
– Vita di famiglia, di Clara Scropetta


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I vantaggi di essere un genitore a tempo pieno

Isabelle Fox



torna suIntroduzione

Negli ultimi anni pochi argomenti hanno creato un dibattito così acceso e una così intensa reazione emotiva quanto il tema di questo libro. Sempre con lui - I vantaggi di essere un genitore a tempo pieno affronta il dilemma con cui molti genitori in attesa o neogenitori si trovano a dover fare i conti quando arriva il momento di scegliere a chi affidare il proprio figlio, sia esso un neonato, un lattante o un bimbo sotto i due anni.
Questo libro è stato scritto soprattutto per quei genitori che hanno, o possono avere, una situazione economica che consente loro di operare delle scelte in fatto di accudimento dei figli. Suo intento è aiutare quelle mamme e quei papà – soprattutto coloro che si sentono in dovere di lavorare a tempo pieno – ad apprezzare il valore della loro presenza nella vita dei propri bambini e la grande importanza di un accudimento costante nei primi anni di vita. Esplora inoltre la possibilità, che ogni genitore possiede, di giocare un ruolo essenziale nell’apprendimento della disciplina, nello sviluppo del linguaggio e delle funzioni cognitive, oltre che nell’insegnamento dei valori sociali e morali.
Il mio scopo è quello di metterli in guardia sulle pericolose conseguenze del “carosello delle tate”. Con questa espressione si vuole indicare l’abitudine sempre più diffusa – e ormai comune a milioni di bambini – di cambiare spesso le figure di riferimento. Di solito, quando entrambi i genitori lavorano a tempo pieno, i bambini passano l’80% della loro giornata con dei sostituti che, purtroppo, tendono ad avvicendarsi con grande frequenza – anche ogni 4-5 mesi – e con effetti oltremodo disturbanti. ? mio intento spiegare come tale discontinuità nell’accudimento del bambino sia emotivamente devastante e abbia effetti negativi a lungo termine, poiché compromette lo sviluppo del legame di fiducia con le principali, e fondamentali, figure di riferimento. Ciò si riflette, a sua volta, anche sulle modalità di relazione con gli altri, sulle capacità di apprendimento, di sviluppo di un atteggiamento
ottimistico verso la vita e persino sul rispetto delle regole della società.
Pare che i tanti problemi legati al continuo avvicendamento di tate e baby-sitter tendano ad essere sottovalutati, forse in ragione del fatto che le conseguenze spesso si rivelano solo molti anni dopo. Soltanto di recente ci si è resi conto che i bambini vivono reazioni emotive molto serie legate alla perdita, durante l’infanzia, delle principali figure di riferimento.
E' altresì evidente che il messaggio riguardo l’importanza di un accudimento costante e qualitativamente valido risulti molesto, e in molti casi inneschi non pochi sensi di colpa. I genitori spesso rifiutano la conclusione che frequenti sostituzioni delle figure di riferimento abbiano conseguenze a lungo termine, ed è comprensibile che tale messaggio provochi l’irritazione di molti di loro, che quindi si rivolgono altrove in cerca di rassicurazione.
Mi rendo conto che alcuni genitori sono ostili o hanno un atteggiamento di rifiuto o di indifferenza nei confronti dei loro figli. È anche vero che molti sostituti dei genitori sono in grado di ricreare un ambiente favorevole a uno sviluppo armonioso. Comunque sia, questo libro si rivolge a quei genitori che posseggono la salute emotiva e la motivazione necessarie per prendersi cura dei propri figli in modo amorevole.
Voglio sottolineare la mia personale adesione all’idea che la realizzazione professionale della donna sia importante quanto quella di un uomo.
Non è mia intenzione incarnare alcuna posizione regressiva nei confronti del perseguimento del successo professionale e dell’indipendenza economica, né mi interessa prendere parte ad alcuna azione reazionaria contro il movimento femminista. Piuttosto il mio scopo, nello scrivere questo libro, è di spostare l’attenzione sui bisogni dei bambini e nello stesso tempo accrescere la consapevolezza dei genitori rispetto al proprio ruolo affinché entrambi, madri e padri, imparino a rispettarlo e ad apprezzarlo.
Uno dei problemi dei nostri tempi è che molti giovani sono stati educati a pensare di poter godere di tutti gli aspetti della “bella vita” nello stesso momento. In altre parole credono che si debbano sperimentare contemporaneamente sia le gioie della maternità e della paternità, sia gli stimoli dell’auto-gratificazione professionale e i vantaggi materiali di due entrate economiche, riuscendo a rendere merito ad ognuno di questi aspetti. Tali scopi sono di fatto raggiungibili nel corso dell’esistenza, ma è difficile farlo allo stesso tempo se si ha a cuore il benessere di un figlio.
La mia opinione è che un genitore, la madre o il padre, dovrebbe porsi come referente principale del proprio bambino almeno durante i suoi primi due o tre anni di vita. In questo periodo sarebbe auspicabile una sospensione della propria carriera professionale in favore del mestiere di genitore.
Durante questo breve periodo della vita del bambino, i genitori che si prendono cura di lui in modo responsabile e positivo compiono un investimento di grande valore per il futuro del figlio, della propria famiglia e della società stessa, un investimento che non mancherà di ripagarli ampiamente negli anni successivi.
Provo profonda comprensione nei confronti di quei genitori che all’epoca attuale si trovano, rispetto alle generazioni precedenti, a doversi confrontare con molte pressioni di ordine economico e sociale, alcune delle quali indotte dai mass-media. Ma mi sono decisa a scrivere questo libro per il bene dei nostri bambini, che sono spesso vittime delle scelte dei genitori di oggi.
Questi bambini, che non possono parlare in propria difesa, possono contare sul sostegno di un numero esiguo di organismi e di rappresentanti che perorino la loro causa; non dispongono delle risorse finanziarie, dei voti o delle energie necessari per “spingere” e battersi in favore di un accudimento costante e qualitativamente valido. Sono troppo piccoli e troppo impotenti.
Questo libro pertanto intende parlare a loro favore, pur riconoscendo il difficile dilemma che si trovano ad affrontare i genitori, e si ripropone quindi quattro obiettivi principali:
1. Insegnare le basi della teoria dell’attaccamento. Essa spiega come conquistare il senso di sicurezza, dapprima nell’infanzia e poi nell’età adulta. Lo psichiatra inglese John Bowlby è stato uno dei primi a osservare e descrivere il valore del legame di attaccamento precoce tra madre e bambino, e a sviluppare la teoria dell’attaccamento come interpretazione del comportamento.
Secondo questa teoria il bambino si sente più sicuro quando è in stretta prossimità della persona che si occupa di lui. L’“attaccamento” tra il neonato e la figura che se ne prende cura si crea assai precocemente nella vita del bambino, già a partire dalle innumerevoli interazioni necessarie alla sopravvivenza. Piano piano il piccolo impara ad aspettarsi da quella persona un mondo prevedibile, sicuro e confortevole. Il legame di attaccamento comincia così a crearsi e a svilupparsi con la figura che è sempre a sua disposizione, ed è con lei e grazie a lei che il neonato sviluppa una base sicura dalla quale partire per la libera esplorazione del mondo. E' mio obiettivo inoltre spiegare come l’ansia da estranei e l’ansia da separazione facciano parte del normale sviluppo infantile, e come i bambini possano sviluppare un “attaccamento sicuro”, “ansioso” o “distaccato”. Si parlerà inoltre di come i bambini da 0 a 2 anni creino “modelli strutturali” in grado di rivelare come saranno trattati in futuro. Vengono altresì descritte le reazioni dei bambini alla perdita e alla separazione.
2. Mostrare i vantaggi – sia per il bambino sia per la famiglia – della presenza dei genitori durante il percorso di crescita di un figlio negli anni dell’infanzia. I genitori hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei figli. Se eventuali figure sostitutive sono in grado di offrire cure adeguate, genitori motivati riescono sicuramente a creare un ambiente ben più ricco e stimolante dal punto di vista sociale e cognitivo in cui crescere un figlio. Un coinvolgimento genitoriale di questo tipo ha un valore inestimabile nei primi anni di vita del bambino così come in quelli successivi. In genere la mamma e il papà dimostrano maggior disponibilità ed entusiasmo nel proteggerlo, sostenerlo, coccolarlo, rassicurarlo, nutrirlo, stimolarlo, giocare e comunicare con lui. E man mano che lui cresce e matura, durante gli anni dell’asilo e della scuola elementare, sono sempre loro a stimolarlo, educarlo, proteggerlo e arricchirlo meglio di chiunque altro. Non solo: essi svolgono un ruolo importante nello sviluppo del linguaggio, nell’acquisizione della disciplina, nella trasmissione di valori morali e sociali, nell’offerta di ambienti ludici stimolanti e nella creazione di rituali e tradizioni familiari.
3. Spiegare come il “carosello delle tate”, cioè il frequente avvicendarsi di diversi sostituti materni, e la conseguente disgregazione dei legami di attaccamento, possa provocare nel bambino sotto i 2 anni profondi traumi di natura emotiva, oltre che disturbi a lungo termine che spesso perdurano nel corso della vita. Diversi ricercatori confermano che molti bambini la cui esperienza nei primi anni di vita è stata segnata dalla discontinuità dell’accudimento, cosa che li ha resi incapaci di creare legami di attaccamento sicuro, risultano essere a maggior rischio di sviluppare quei problemi che sempre più affliggono la società di oggi, tra cui:
– l’incapacità di adottare un codice morale e di osservare la legge;
– la difficoltà di apprendimento con conseguenti insuccessi nell’iter scolastico;
– l’incapacità di resistere all’abuso di alcol, droghe, o altre sostanze;
– l’incapacità di creare e mantenere relazioni di intimità con conseguenti problemi coniugali e fallimenti matrimoniali;
– la maggiore predisposizione verso seri disturbi psichici quali la depressione.
4. Proporre soluzioni e consigli pratici a tutte le famiglie che desiderano dedicarsi con costanza ai propri figli. Spiego loro come prendersene cura, offrendo suggerimenti validi per i genitori single e per le famiglie mononucleari, per i genitori con grandi disponibilità economiche e per le famiglie più modeste. Ecco alcuni esempi:
– la descrizione delle varie modalità attraverso cui genitori con differenti possibilità economiche possano trovare sostituti materni che si occupino dei loro figli con la necessaria continuità, onde evitare eventuali disturbi legati al continuo cambiamento delle figure di riferimento;
– soluzioni alternative che permettano ai genitori stessi di partecipare in modo più attivo all’accudimento dei figli. A quei genitori con limitate possibilità economiche, che intendono comunque occuparsi dei loro bambini, vengono offerte indicazioni utili alla realizzazione dei loro obiettivi sfruttando la propria creatività e motivazione.
So bene che i gravi problemi sociali descritti nel libro non sono interamente imputabili al frequente avvicendarsi di diverse figure di riferimento nel corso dei primi anni di vita di un figlio, ma che esiste un concorso di cause. Tuttavia un numero crescente di dati clinici indica come la frequente perdita o separazione dalle principali figure di riferimento abbia un profondo impatto sul futuro del bambino, così come esperienze di attaccamento carenti siano una delle principali cause di problematiche a lungo termine.
Su questi temi si sono espresse molte eminenti autorità nel campo della salute mentale, come John Bowlby, T.Berry Brazelton, Alan Sroufe, Jay Belsky, Mary Ainsworth, Mary Main, Selma Fraiberg, Ken Magid, Penelope Leach e altri ancora. Sospetto che ancora oggi siano molti i genitori ad essere all’oscuro dell’esistenza o del significato del “carosello delle tate”, oltre che degli enormi vantaggi derivanti dall’avere un genitore a tempo pieno.
Esiste un ulteriore merito, meno ovvio e meno noto, legato alla costante presenza della madre o del padre: che entrambi lavorino o no fuori casa, i bambini restano comunque esposti all’eventualità di incidenti. Potrebbero verificarsi esplosioni di rabbia rivolte verso di loro, che ne risulterebbero spaventati. Un genitore a casa ha quantomeno modo di accorgersi subito del problema, e in caso di malattia o lesioni, di accompagnare il figlio dal medico, o di dimostrargli amore e attenzione. La risposta alle esigenze del proprio bambino, solerte e appropriata, fa di lui un genitore amorevole e premuroso.
E' mio sincero auspicio e intento incoraggiare sia i genitori in attesa che i neogenitori a sopportare piccoli sacrifici e adattamenti temporanei che permetteranno loro di accompagnare questi piccoli cittadini del mondo negli anni più delicati della loro formazione.
Tutti noi sappiamo che, per dare fiori profumati e frutti succosi, i semi vanno seminati in un terreno fertile, annaffiati regolarmente e nutriti dalla luce del sole. Anche per i bambini funziona così.


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