Aam Terra Nuova - N. 246

Il mensile per l'ecologia della mente e la decrescita felice dal 1977

Aam Terra Nuova - N. 246  Terra Nuova Rivista   Terra Nuova Edizioni
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Indice
CONSIGLI PER I NON ACQUISTI
di Silvia Ricci
Saldi invernali
DALLA PARTE DEI BAMBINI
Insegniamo ai bambini ad amarsi
ALIMENTAZIONE
ALIMENTAZIONE E SALUTE   
Insonnia: ecco le cure naturali di Giuliana Lomazzi
ALIMENTAZIONE NATURALE   
Pappe a confronto di Michela Trevisan
CUCINA NATURALE   
Menu del dopo feste di Alice Savorelli
PASTICCERIA NATURALE   
Biscotti al naturale
ECOLOGIA DEL CORPO E DELLA MENTE
INCHIESTA   
La plastica vegetale è davvero sostenibile? di Alexis Myriel
NUOVI PARADIGMI   
La tirannia delle mode di Charty Durrant
BIOEDILIZIA   
Ogni casa ha bisogno di un buon cappotto di Gabriele Bindi
ESPERIENZE   
Nutrire la mente di Thich Nhath Hanh
NUOVE PROFESSIONI   
Lavori verdi: un'opportunità concreta di Maria Ferdinanda Piva
ECOTURISMO   
Lungo la valle del Draa di testo e foto di Alessandro Vergari
L'ALMANACCO DI TERRA NUOVA
NELL'ORTO A GENNAIO
Gli arnesi giusti di Maria Pagnini
ECO FARE
Spugne con materiali di recupero di Elisa Nicoli
AVANZI PREZIOSI
Crocchette di lenticchie, zucca e curry di Elena Moro
MINIMA RURALIA
Semi di casa di Massimo Angelini
LA CAREZZA DEGLI ASTRI
Acquario di Paola Mazzetti
ALTROMONDO
In difesa di Madre Terra di Giada Saint Amour di Chanaz
EQUO E SOLIDALE       
Le botteghe del mondo oltre la crisi di Gabriele Bindi
Acqua: i rischi della privatizzazione  di Alexis Myriel

SALUTE E'   
INCHIESTA   
Vaccino antinfluenzale A: le prime vittime di Beatrice Salvemini
RIMEDI NATURALI   
Tea tree oil: un rimedio "essenziale" di Silvia Moro
Pagine Verdi   
SALUTE NATURALE   
La lunga strada delle Medicine Non Convenzionali di Luisa Valeria Sapia
ALIMENTAZIONE NATURALE   
Segale: un cereale ritrovato di Giuliana Lomazzi

SPUNTI DI VISTA   
La nuova pandemia di A. Nonimo


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In questi giorni mi è tornato in mente un vecchissimo film di Kurosawa ambientato in Siberia. Dersu Uzala, il protagonista della storia, vissuto fino ad età matura nella Taiga, una volta approdato in città rimane stupito dalle numerose stranezze della vita urbana, e di una in particolare: il fatto che l’acqua, così abbondante in natura, si debba acquistare. In altre parole che ci sia un padrone dell’acqua.

Questo film del ‘75 è diventato improvvisamente attuale con la conversione in legge del decreto Ronchi, che in qualche modo obbliga i comuni ad affidare a privati o a società miste la gestione di servizi pubblici, tra cui l’acqua. Con questo semplice atto legislativo dunque, l’acqua da bene comune diventa ufficialmente merce, oggetto di speculazione. Una speculazione che ovviamente non si ferma ai confini nazionali, ma ha assunto da tempo dimensioni mondiali.

Perché tanto interesse? La risposta è molto semplice: l’acqua non solo è una risorsa essenziale, ma sta diventando sempre più rara. Già oggi, un miliardo di persone non hanno accesso diretto a fonti idriche e secondo un recente rapporto della McKinsey & Co. nel 2030 la domanda globale d’acqua supererà del 40% la disponibilità effettiva. Più domanda e meno offerta significa automaticamente prezzi più alti: grandi affari per chi come le grandi multinazionali Suez-Lyonnaise, Vivendi-Generale, Saur-Bouygues, Danone e Nestlé si stanno accaparrando in tutto il mondo sorgenti, reti idriche pubbliche e società private.

Per l’economista Riccardo Petrella, la privatizzazione dell’acqua non è una soluzione efficace né dal punto di vista politico, né da quello sociale, economico ed ambientale. «Non è giustificabile» afferma Petrella «considerare l’acqua come una fonte di profitto. In quanto fonte di vita, l’acqua è un bene patrimoniale che appartiene agli abitanti del Pianeta. La privatizzazione del petrolio è stata e resta un errore storico fondamentale, che non può essere ripetuto: bisogna impedire la petrolizzazione dell’acqua».

La buona notizia è che nonostante l’approvazione della legge qualcosa si può ancora fare: la Valle d’Aosta ha detto no alla privatizzazione dell’acqua e la Regione Puglia ha ripubblicizzato l’acquedotto pugliese; mentre il Forum dei movimenti per l’acqua ha lanciato una petizione popolare per «l’acqua bene comune».

Informazioni più dettagliate sul vasto movimento sorto contro la privatizzazione dell’acqua sono riportate nell’articolo a pag. 59. L’invito è che ognuno faccia del suo meglio per evitare l’ennesimo scippo di un bene comune, così prezioso e fondamentale per la vita.


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