Guida alla bioedilizia e all'arredamento ecologico

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Guida alla bioedilizia e all'arredamento ecologico  Autori Vari   Terra Nuova Edizioni
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Una guida completa con tutti gli indirizzi e le indicazioni pratiche sull'ecologia dell'abitare.
Uno strumento indispensabile per recepire con facilità i materiali naturali e privi di sostanze tossiche, le tecnologie per il risparmio energetico, le energie rinnovabili, gli impianti, le soluzioni di arredo.

La necessità di vivere in un ambiente domestico più sano si coniuga oggi con l'opportunità di trovare le soluzioni più intelligenti e tecnologicamente avanzate, in grado di farci risparmiare soldi e di contenere la nostra impronta ecologica, a salvaguardia del futuro del nostro Pianeta.

L'elenco aggiornato dei professionisti del settore, delle imprese o dei negozi specializzati aiuta a districarsi nel variegato mondo dell'edilizia, con la garanzia di trovare risposta alle esigenze più complesse con le soluzioni eco-compatibili, a salvaguardia della propria salute e nel rispetto dell'ambiente.

Ogni sezione è introdotta da articoli di approfondimento e corredata da utili schede che permettono di orientarsi con maggiore consapevolezza a chi vuole realizzare qualsiasi tipo di intervento per il risanamento e la riqualificazione energetica delle abitazioni.


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torna suSezioni trattate

>> Punti di vendita al dettaglio: materiale bioedile

>> Case prefabbricate in legno

>> Pavimenti e isolamento termico e acustico

>> Impianti di areazione e climatizzazione

>> Intonaci, colori, vernici, impregnanti ecologici

>> Recupero e trattamento delle acque reflue

>> Materiali e sistemi costruttivi

>> Fotovoltaico e generatori eolici

>> Pannelli solari termici

>> Sistemi di riscaldamento radiante

>> Biomasse, stufe e caminetti

>> Produzioni di calore, cogenerazione, geotermia

>> Arredo ecologico e Feng-Shui

>> BioArchitetti e BioIngegneri

>> Geobiologia

>> Associazioni di categoria e istituzioni


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torna suPrefazione

Quando si pensa all'inquinamento atmosferico e al riscaldamento globale del pianeta, il primo imputato e l'attività industriale e al secondo posto si pone il traffico veicolare, pochi pensano all'edilizia. In realtà, si tratta di una delle attività antropiche a maggior impatto ambientale a causa del consumo di territorio; dell'elevata pericolosità delle tecniche costruttive e dei materiali utilizzati (si tratta di migliaia di prodotti a base di sostanze petrolchimiche); del consumo incontrollato di risorse non rinnovabili; del massiccio consumo di energia di origine fossile (dal 30 al 45% del consumo complessivo); della crescente produzione di inquinamento atmosferico (il 50% dell’inquinamento atmosferico e il 35% delle emisione di anidride carbonica è prodotto in Europa dal settore edilizio); della produzione massiccia di scorie e rifiuti (il 50% dei rifiuti prodotti annualmente in Europa proviene dal settore edilizio).
Appare evidente che l'attuale modo di costruire edifici e di abitare giocano un ruolo importante nell’ambiente sul piano energetico, idrico ed è una delle principali cause del riscaldamento globale. Si calcola che un condominio di medie dimensioni, riscaldato a gasolio, inquini più di 250 auto.

Per ridurre i consumi di energia e l'inquinamento derivante dai sistemi di riscaldamento convenzionali non è comunque necessario stare a freddo, perfino nei climi più freddi, il fabbisogno di energia per il riscaldamento può essere ridotto del 90% ricorrendo ad opportune tecniche di costruzione e materiali idonei. Ma la riduzione dei consumi energetici non è ovviamente l'unico obiettivo della bioedilizia, o edilizia sostenibile.

L'obiettivo principale della bioedilizia è quello di ridurre da un parte l'impatto ambientale delle tecniche di costruzione e dall'altro migliorare la qualità degli ambienti confinati.
Nei paesi di lingua anglosassone con il termine sick building syndrome viene indicata l'insieme di disturbi (allergie, mal di testa, iperattività, malessere generale) causati dai vapori delle sostanze emesse dai materiali di costruzione e arredamento (pannellature di legno contenenti formaldeide; vernici e pitture con piombo e solventi tossici; materiali edilizi realizzati con scarti da altoforno ricchi di radon; tegole, piastrelle e pannelli antincendio contenenti amianto ecc.) e dalle radiazioni elettromagnetiche prodotte da elettrodomestici e impianti elettrici, nonché dal radon (gas inerte che proviene dal sottosuolo). La pericolosità di questa particolare forma di contaminazione non è tanto nella concentrazione degli inquinanti, in genere molto bassa, ma nella lunga esposizione che in alcuni casi si può protrarre per anni.

Sulle base di queste osservazioni i criteri dell’edilizia eco-compatibile negli ultimi decenni si sono rapidamente diffusi in tutto il mondo: nella città di Tokio, dal 2001 tutti i nuovi tetti superiori ai 250 metri debbono essere coperti da giardini pensili, come alternativa alla proliferazione dei condizionatori; a sud di Londra è stato realizzato il BedZed (Beddington Zero Energy Development), un intero quartiere costituito da un centinaio di alloggi, in affitto o in proprietà, uffici, vari negozi, impianti sportivi, una caffetteria, un centro medico-sociale e un asilo nido, dove non si usa alcun combustibile fossile e l'energia prodotta proviene tutta da fonti rinnovabili; a New York è stato costruito il primo grattacielo verde, il Battery Park City, che consumerà il 35% in meno di energia e il 65% in meno di elettricità; ad Amsterdam, dove anche l'aeroporto è stato pensato con tecnologie "verdi". Tutte esperienze di edifici per cui si sono previsti, tra le altre cose, sistemi di raffreddamento naturale, finestre ad alta efficienza, materiali isolanti di alta qualità, pannelli solari. È in Italia?

Come per altri settori dell'innovazione, anche nel caso della bioedilizia, il nostro paese registra un ritardo pauroso, rimanendo nell'ambito dei consumi energetici è davvero preoccupante sapere che il consumo energetico annuale di un’abitazione italiana è mediamente tra le 3 e le 5 volte più elevato rispetto agli edifici realizzati in Germania, Austria e Danimarca, nonostante in quei paesi ci sia un clima notevolmente più rigido e quindi meno favorevole.

Solo negli ultimi anni con grande ritardo rispetto ad altri paesi industrializzati, anche in Italia si sono registrate interessanti iniziative sia in ambito pubblico che privato. Secondo un'indagine realizzata nel 2004 da Federabitazione – Confcooperative, in collaborazione con l’Associazione dei comuni (Anci), Legambiente e l’Istituto nazionale di bioarchitettura (Inbar), su un campione di 250 Comuni, (tra piccoli, medi e grandi, rappresentativi del 17,5% circa della popolazione italiana), risulta che ben 135 municipalità hanno introdotto agevolazioni o sconti per abitazioni realizzate con i criteri della bioedilizia.

La forma di incentivo preferita dai Comuni consiste in uno sconto sugli oneri di urbanizzazione (attuata dal 28% degli enti locali); mentre un Comune su cinque (il 21%) incentiva la bioedilizia concedendo la possibilità di aumentare le cubature degli edifici. Il 16% degli enti locali vincola l’edificabilità di alcune aree all’edilizia sostenibile. E, per finire, il 12% concedeva uno sconto sull’Ici e un altro 12% mette a disposizione finanziamenti attraverso bandi ad hoc.

Molto variegato è anche il panorama degli incentivi stanziati da numerose regioni: Calabria, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Molise, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e di Trento. Tra i provvedimenti più recenti, emanati nel 2008, segnaliamo le leggi regionali di Puglia, Marche e Lazio sostanzialmente uguali negli obiettivi e nei mezzi.
La legge regionale della Puglia 13/8008 si propone la promozione del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale sul patrimonio abitativo definendo i principi e le linee guida che dovranno guidare i tecnici nella redazione degli strumenti urbanistici e nella progettazione degli edifici abitativi, a partire dagli edifici di proprietà pubblica. La regione e gli enti locali, infatti, dovranno applicare i principi di edilizia sostenibile nella realizzazione o ristrutturazione di edifici di rispettiva proprietà, come anche provvedere all’adeguamento di quelli esistenti; al tal fine, inoltre, dovranno promuovere la sperimentazione di sistemi edilizi a basso costo per gli edifici di proprietà pubblica.

Analogamente la legge regionale 14/2008 della Regione Marche non solo obbliga le proprie strutture (centrali e territoriali) ad adottare le tecniche di edilizia sostenibile in ogni nuova costruzione o ristrutturazione degli edifici di rispettiva competenza, ma estende anche agli interventi privati tutta una serie di agevolazioni economiche e volumetriche purché si raggiungano i livelli di sostenibilità energetico-ambientali adatti per ottenere la certificazione dell’edificio.
Anche la legge regionale 6/2008 del Lazio ha come obiettivo la promozione di interventi di architettura sostenibile e di bioedilizia in ambito sia privato che pubblico, definendo norme che dovranno essere pure alla base degli strumenti urbanistici e dei regolamenti comunali.

Il nuovo quadro delineato dalla legge laziale introduce norme obbligatorie per chi ristruttura e costruisce, facendo salvi solo i procedimenti edilizi già in corso. Inoltre rende obbligatoria installazione di sistemi per il risparmio idrico, la raccolta, il filtraggio e l'erogazione delle acque piovane, la produzione di almeno un kilowattora di corrente elettrica e del 50% dell'acqua calda a partire da fonti rinnovabili.
La legge prevede anche incentivi e contributi, 50% della spesa sostenuta ai soggetti pubblici e 20% ai privati, per quanti decideranno di realizzare edifici a uso abitativo, commerciale e industriale, che rispettino le regole previste dal Protocollo regionale sulla bioedilizia.

Con tutti i limiti di provvedimenti legislativi, che da soli non possono essere sufficienti a far maturare una coscienza ecologica dell'abitare, risulta evidente che l'interesse per la bioedilizia è grande e la domanda di conoscenza in crescita, anche se perdurano luoghi comuni e una relativa mancanza di informazione.

Scopo di questa pubblicazione, giunta alla seconda edizione, è contribuire a colmare questo vuoto di informazione nei confronti di quelli che noi consideriamo i principali attori del settore: i professionisti, cioè coloro che le case le progettano e le costruiscono, e gli utenti finali, cioè coloro che nelle case ci vivono. La sfida da cui nasce questa guida è che la bioedilizia non è più un sogno per pochi utopisti, ma una scelta possibile e alla portata di tutti. Ricordiamo, che anche se apparentemente più costosa, scegliere la bioedilizia vuol dire risparmiare, in consumi energetici e realizzare un ambiente più salubre ed energeticamente più salutare.


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torna suIndice

Prefazione      pag.7

Materiali e sistemi costruttivi    pag.10
Imprese edili         pag.24
Materie prime e riciclate     pag.26
Punti vendita al dettaglio di materiale bioedile    pag.32
Pavimenti e rivestimenti       pag.40
Isolamento termico ed acustico      pag.49
Impianti di areazione, prosciugamento, climatizzazione    pag.59
Impianti elettrici e idraulici       pag.62
Intonaci, colori, vernici, impregnanti biologici    pag.68
Imprese di restauro       pag.79
Tecnologie per porte, finestre, vetri     pag.81
Recupero e trattamento delle acque reflue     pag.85
Case prefabbricate in legno        pag.91
Giardinaggio e arredi esterni      pag.100

Fotovoltaico e generatori eolici      pag.105
Pannelli solari termici        pag.122
Sistemi di riscaldamento radiante      pag.137
Biomasse, stufe e caminetti      pag.145
Produzioni di calore, cogenerazione, geotermia     pag.155
Sistemi di illuminazione      pag.161
Sistemi e prodotti innovativi       pag.165
Produttori e fornitori di energia     pag.167
Certificazione energetica degli edifici      pag.171

Arredo ecologico: negozi, produttori, showroom     pag.176
BioArchitetti e BioIngegneri       pag.189
Consulenze in bioedilizia e energie rinnovabili     pag.202
Scienze e filosofie del costruire - Feng-Shui      pag.205
Scienze e filosofie del costruire - Geobiologia     pag.210
Associazioni di categoria e istituzioni      pag.216
Editoria e stampa specializzata      pag.222

Appendice: Manifestazioni fieristiche in Italia     pag.227


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