«Ops… stanno finendo i terroni. Ma come, già? E così, da un momento all’altro?» Così Pino Aprile inizia, nel modo provocatorio che gli è congeniale, questo suo pamphlet, che affronta l’annosa e scontata Questione meridionale da un’angolatura completamente diversa.
In un mondo che sta cambiando a incredibile velocità, ha ancora senso definire la realtà in base a criteri geografici, come quelli di Nord e Sud, che nell’interpretazione dei più portano con sé una connotazione meritocratica ormai superata? È possibile utilizzare ancora definizioni di questo tipo quando internet, la Rete, sta tracciando una mappa che non tiene più conto dei vecchi confini, anzi se ne è liberata per ridisegnare uno spazio davvero globale, senza Sud e senza Nord, di cui fa parte la nuova generazione, tutta, figli dei “terroni” compresi? No, dice Aprile, tutto questo è irrimediabilmente finito, passato, travolto dal vento delle nuove tecnologie che, spinto da molte volontà, sta creando un futuro comune, un futuro che unisce, invece di dividere. Forse i padri non se ne sono ancora accorti, ma i figli sì, lo sanno, così come sanno che quella che hanno imboccato è una strada di non ritorno.
In un libro intelligente e appassionante, Pino Aprile apre le porte su una realtà in grande mutamento, dove concetti e luoghi comuni vengono ribaltati, e dove i giovani, consapevoli che i nuovi mezzi di comunicazione costituiscono un solido rimedio al rischio di isolamento, si stanno riappropriando delle terre che i loro padri erano stati costretti a lasciare. «Il Sud è un luogo che non esiste da solo, ma soltanto se riferito a un altro che lo sovrasta.» Ma nello spazio virtuale, lo spazio dei giovani di tutti i paesi, le direzioni non esistono più.
Scritto da Vincenzo il 12/07/2020