Benvenuto Fratellino, Benvenuta Sorellina di Giorgia Cozza - Divento fratello maggiore

Ci siamo. Il fratellino è nato ed è tornato a casa con la mamma. Per il primogenito ora è tempo di conoscersi, di prendere confidenza con il “fratellino fuori dal pancione” e con il suo nuovo ruolo di fratello maggiore. La famiglia è cresciuta, c'è ancora più amore in circolazione, e proprio l'amore è la chiave per affrontare con serenità il nuovo e il cambiamento che porta con sé.

Il puerperio della fratellanza
Spesso si sottolinea come i primi tempi, le prime settimane successive alla nascita di un bimbo rappresentino un periodo di rodaggio per i neogenitori.
La mamma e il papà devono imparare a conoscere il loro piccino, a interpretarne i segnali e soddisfarne i bisogni. Per sintonizzarsi c'è bisogno di un po' di tempo. E anche per entrare nei nuovi ruoli, da figli a genitori, da coppia a famiglia. Gli equilibri si modificano e così i ritmi e le abitudini quotidiane. Il fratellino maggiore vive un'esperienza del tutto simile. Forse può essere d'aiuto, per comprenderlo meglio, pensare a lui come a un “neofratello”. Per lui è tutto nuovo: prima era un figlio unico e viveva solo con la mamma e il papà.
Ora ha un nuovo ruolo, è diventato un fratello maggiore e nella sua famiglia c'è anche un fratellino piccino. Serve un po' di tempo per conoscerlo. Per capire come “funziona” questa creatura così piccola, cosa sa fare e cosa si può fare insieme al fratellino. Ma il neofratello ha soprattutto bisogno di capire quali sono i nuovi ruoli all'interno della famiglia: qual è il posto del nuovo bebè, qual è il suo? La mamma e il papà sono ancora i suoi genitori? È tutto come prima? Lui conserva il suo posto nel loro cuore? Ora che è un fratello maggiore come cambierà la sua vita? Queste e altre domande affollano il cuore del bambino a livello può o meno consapevole. Le risposte sono lì, il bimbo le trova vivendo accanto al suo fratellino, giorno dopo giorno. Ed ecco perché i primi tempi successivi alla nascita, sono così particolari, fatti di emozioni a volte contrastanti, di gioia e di timori, di entusiasmo e di dubbio. Insomma, una sorta di puerperio della fratellanza…

Primi Tempi Insieme
Chi è il fratellino?
Per conoscersi i fratellini devono poter stare insieme. Il fratello maggiore ha bisogno di osservare il bebè, di poterlo toccare, di entrare in contatto con lui. Il neonato custodisce nella memoria della sua vita prenatale la voce del fratellino ed è in grado di riconoscerla e annoverarla tra le esperienze note e amate, insieme ai ricordi legati alla mamma (il battito del suo cuore, la sua voce, il suo profumo) e alla voce del papà. Per il bebè, il fratello maggiore è parte integrante di questo nuovo mondo, della realtà fuori dal grembo materno.
Per il primogenito, il neonato è una creatura un po' misteriosa (non capita tutti i giorni di vedere bimbi così piccini!) ed è normale che sia incuriosito. A questo proposito il pediatra Alessandro Volta, spiega: “Vedere il fratellino nudo è un'esperienza intensa, sentirlo piangere lo rende vivo e vitale; anche i fratelli, come i genitori, devono sostituire il bambino immaginario con il bambino reale, e l'immaginazione di un bambino di quattro anni è enormemente più forte di quella di un adulto”.
Ecco perché è tanto importante lasciare che i fratellini possano conoscersi, e la conoscenza passa tramite la vista, ma anche tramite il tatto, l'olfatto, l'udito. Lasciamo che il nostro bambino possa accarezzare, toccare, abbracciare il piccolino. Il genitore spiegherà bene al fratello maggiore quali accortezze sono necessarie quando si accudisce un bimbo piccino, ma una volta indicate le regole basilari (mai sollevare il bebè dalla culla se la mamma non c'è, fare attenzione alla sua testolina, ecc.) è opportuno evitare continui divieti e raccomandazioni (“Attento a non fargli male!”, “Non stringerlo così forte!”, ecc.).
Certo ci sarà sempre un adulto quando il primogenito prende in braccio il piccolo, ma il desiderio del fratello maggiore di baciare o accarezzare il fratellino dovrebbe essere accolto e assecondato il più possibile. Coccole, abbracci e tenerezza favoriscono la conoscenza e anche l'affetto! Se il bimbo invece viene tenuto a distanza, può vivere i divieti a interagire con il fratellino come una mancanza di fiducia verso di lui e come una forma di esclusione dal rapporto che invece si crea tra mamma e bebè.
Sottolineare che il bambino può prendere in braccio il neonato e può prendersi cura di lui, proprio perché sono fratelli è un modo per valorizzare il ruolo del primogenito e dare risalto all'importanza del legame fraterno. Potrebbe anche capitare che il bambino si avvicini alla culla e svegli il bebè, toccandolo o chiamandolo. Questi episodi naturalmente non fanno piacere ai genitori, (soprattutto a una mamma stanca che magari aveva faticato molto ad addormentare il piccolo!), ma può essere utile ricordare che non si tratta di dispetti: il primogenito non ha cattive intenzioni, ma è mosso dalla curiosità verso le reazioni del neonato.

Al ritorno a casa ho sempre lasciato che i due si studiassero, vigile ma distante li lasciavo fare la loro conoscenza senza interferire - Valentina, mamma di Federico, 3 anni, Elena, 10 mesi

Coinvolgere il primogenito
Il nuovo bimbo è una faccenda di famiglia. Tutta la famiglia è coinvolta nella ricerca di nuovi ritmi ed equilibri, tutta la famiglia gioisce di questa nuova presenza e deve affrontare un po' di stanchezza in più. Perché il primogenito non si senta escluso, messo da parte o trascurato, può essere utile coinvolgerlo nella gestione del fratellino.
Renderlo partecipe non è difficile: anche se è un bimbo di un paio di anni, sarà già in grado di portare alla mamma un pannolino pulito nel momento del cambio o, ancora, di andare a controllare se il piccino si è svegliato.
Aiutare la mamma lo farà sentire grande e importante e gli farà molto piacere ricevere le sue lodi e sapere di esserle stato utile. In base all'età gli incarichi che si potranno affidare al fratello o alla sorella maggiore saranno naturalmente più vari e di responsabilità.
Per molti bambini diventare l'aiutante della mamma è stato d'aiuto per entrare nella nuova veste di fratello maggiore. Tra l'altro il primogenito che viene coinvolto nella cura del fratellino ha l'opportunità di stare accanto alla mamma, di fare qualcosa con lei anche in quelle situazioni che vedono la mamma dedicarsi alle esigenze del neonato. Sono sufficienti dei compiti semplicissimi per sentirsi parte dell'accudimento del piccolo, anziché spettatore che osserva da fuori la relazione tra mamma e bebè. Questa partecipazione permette al bambino di conoscere i bisogni del piccolo e i gesti di accudimento necessari per soddisfarli, e diventa così più facile capire perché in certi casi (ad esempio quando ha il pannolino sporco) il bebè non può aspettare e la mamma deve intervenire per garantire il suo benessere (se il pannolino non viene cambiato il sederino brucia e diventa tutto rosso).
Inoltre il fatto di poter contare su un piccolo aiutante può essere realmente d'aiuto anche per la mamma…

L'abbiamo coinvolta in tutto fin dal principio: Maria ci aiutava nel bagnetto, mi preparava i pannolini al momento del cambio e la sua vocina riusciva a tranquillizzare il piccolo nei momenti di ‘disperazione'… non potevamo sperare di meglio! Per noi il segreto è stato affrontare tutto con estrema serenità. I bambini sono molto più bravi di noi ad adattarsi a nuove situazioni se vivono in un clima sereno e disteso. Certo c'è bisogno di tempo e di attenzione per i bisogni che il figlio maggiore può manifestare in modo più o meno esplicito - Alessandra, mamma di Maria, 3 anni, Nicola, 16 mesi

Samuele mi fa tenerezza quando Giacomo piange e allora lui corre a prendergli il ciuccio e dice: “Bata Giaco, bata” - Nicoletta, mamma di Samuele, 2 anni, Giacomo, 1 mese

Le abbiamo permesso di partecipare a tutti i momenti di vita quotidiana di Federico. Camilla assiste quando lo cambiamo e gli mette il borotalco. Spesso gli dice di farmi “lo scherzetto” cioè farmi pipì addosso e purtroppo lui… l'ascolta! Così Camilla si fa grasse risate e io vedo un piccolo germe di complicità in questo. La sera lo vuole nel suo letto mentre le raccontiamo la storia della buona notte, anche se lui spesso frigna e quindi non le fa sentire bene il racconto. A volte ci mette alla prova facendo qualche capriccio (non vuole vestirsi da sola, vuole essere imboccata), ma tutto sommato ha accettato bene questo piccolino. Non si lamenta mai se una sua richiesta deve attendere perché magari sono presa da Federico e non le posso dare retta - Roberta, mamma di Camilla, 4 anni e mezzo, Federico, 3 mesi

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