Tre anni fa, nel mio "Ipotiroidismo, un'emergenza ignorata", scrivevo che "la carenza di vitamina D è un'altra epidemia ignorata per la quale sarebbe necessario un intero volume".
Questo volume è quello che avete fra le mani.
Il dottor Khalsa ha fatto un ottimo lavoro di divulgazione e ha reso comprensibile a tutti, in un linguaggio non tecnico, la mole di informazioni contenute nella moltissime pubblicazioni scientifiche che ogni giorno continuano ad ampliare la nostra conoscenza su questa stupefacente molecola.
Negli ultimi dieci anni la conoscenza della vitamina D è aumentata enormemente; quella che per decenni si riteneva una semplice vitamina utile per la salute delle ossa si è rivelata una sostanza essenziale che gioca un ruolo importantissimo in tutto il nostro organismo. In realtà essa non è nemmeno una vitamina nel senso stretto del termine, ma è un potentissimo ormone steroide che viene prodotto quando la nostra pelle viene colpita da una quantità adeguata di luce solare (ultravioletta) e viene poi attivato a livello di fegato e reni.
E il problema odierno è proprio questo: noi non siamo più esposti alla luce solare. La nostra vita scorre quasi tutta in luoghi chiusi (case, uffici, negozi, automobili) e ogni qualvolta ci esponiamo al sole stiamo attentissimi a proteggerci con filtri solari sempre più alti, tanto ci hanno spaventati (immotivamente) sui rischi di tale esposizione.
La carenza di vitamina D è oggi universale e colpisce la quasi totalità della popolazione, specie nei paesi al di sopra del 35° parallelo come l'Italia.
Perciò se non vivvete ai Tropici e se non passate la maggior parte delle vostre giornate nudi sotto il sole è pressochè impossiible che il vostro organismo produca abbastanza vitamina D per tutte le sue necessità e diventa quindi necessario assumerla come supplemento (oltretutto il costo è trascurabile in rapporto ai benefici).
Nella mia pratica clinica chiedo a tutti i pazienti il dosaggio della vitamina D e posso confermare, dopo averne visti centinaia, la realtà di questa "epidemia", in quanto meno del 5% di essi raggiunge i livelli di 40-50 ng/ml oggi considerati ideali, mentre la maggior parte è collocata fra i 5 e i 20 ng/ml. Ossia livelli già bassi anche per gli obsoleti range di normalità nei nostri laboratori che erano basati sul minimo di 20 ng/ml per scongiurare il rachitismo.
Gli studi qui illustrati dimostrano che la carenza di vitamina D è collegata a una maggiore incidenza di cancro (soprattutto seno, polmone, colon e prostata), attacchi cardiaci, diabete, sclerosi multipla, malattie autoimmuni, depressione stagionale e altri disturbi mentali, morbo di Alzheimeri, ipertensione, osteoporosi, dolori cronici muscolari e articolari, influenza e raffreddori, asma nei bambini, autismo, stanchezza cronica.
Dottor Raul Vergini
(medico scrittore, che si occupa di bioendocrinologia, medicina naturale, omeopatia e anti-aging)
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Un libro che i medici di base dovrebbero leggere... invece di prescrivere farmaci sintomatici che non risolvono i problemi. Fortunatamente grazie a libri come questo possiamo riprenderci in mano la nostra salute e salvarci ed evitare di farci avvelenare.
Scritto da Isabella il 07/04/2022
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