Le 10 chiavi della salute

Dalla ricerca spaziale alla Medicina anti invecchiamento

Nuova edizione
Le 10 chiavi della salute  Filippo Ongaro   Salus Infirmorum
  • 24,00



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I sistemi sanitari dei Paesi sviluppati stanno per affrontare un'emergenza di vastissime proporzioni: l'invecchiamento della società associato ad un progressivo decadimento della qualità della vita ha raggiunto dimensioni quasi insostenibili. Centomila persone al mondo muoiono ogni giorno per malattie legate all'invecchiamento. Queste morti avvengono sempre di più dopo anni di sofferenza, di solitudine e di incapacità di autogestione. I costi di un cieco prolungamento della vita che non ne preserva e cura la qualità hanno raggiunto livelli esorbitanti.

Sotto la spinta di questa realtà, sta nascendo una nuova disciplina scientifica che va oltre le ormai consumate offerte di benessere che puntano solo ad un ringiovanimento apparente. Questa disciplina è la Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento che integra materie quali la biologia molecolare, la ricerca sulle cellule staminali e l'endocrinologia, un insieme il cui scopo è quello di prevenire le malattie legate all'età e rallentare l'invecchiamento stesso.

Non deve sorprendere che questa nuova materia tragga le proprie origini dalla Medicina Spaziale. In orbita, un astronauta in 6 mesi invecchia quanto una persona sulla Terra in 10 anni. Si può quindi capire che l'astronauta costituisca il terreno di ricerca più indicato allo sviluppo delle metodologie più avanzate intese a rallentare l'invecchiamento e a prevenirne le malattie. Con la realizzazione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), considerato il più complesso progetto mai affrontato dall'uomo, è nato un enorme laboratorio orbitante che permette di affrontare sofisticati esperimenti in assenza di gravità. Molti dei risultati e delle competenze ottenute dalla ricerca spaziale, che toccano temi fondamentali come la nutrizione e la gestione dello stress, sono racchiusi nelle 10 Chiavi della Salute.

Questo libro si propone di dare al Lettore una visione generale su come proteggersi dalle malattie della vecchiaia, mettendo a fuoco in primo luogo il nuovo ruolo che la Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento riserva al paziente: un ruolo di partner informato e consapevole che collabora con il medico al miglioramento della propria salute.

Siamo quindi lontani da un modello che vede la Medicina Anti-Invecchiamento come un lusso dai contenuti puramente estetici. Il vero scopo è l'allungamento della vita e il miglioramento della sua qualità.


Le 10 chiavi della salute  Filippo Ongaro   Salus Infirmorum
Le 10 chiavi della salute
Dalla ricerca spaziale alla Medicina anti invecchiamento

Filippo Ongaro



torna suIndice Generale

Collana di ‘Scienze della Prevenzione’
Presentazione
Alcune note sull’Autore
Introduzione


PARTE 1 - Le ragioni e le origini della nuova Medicina
Capitolo 1 - PERCHÉ LA MEDICINA CHE CONOSCIAMO È AD UNA SVOLTA
Bibliografia e approfondimenti
Capitolo 2 - LA MEDICINA SPAZIALE E LO STUDIO DELL’INVECCHIAMENTO ACCELERATO
Bibliografia e approfondimenti
Capitolo 3 - COSA VUOL DIRE INVECCHIARE
Teorie dell’invecchiamento
Invecchiamento: funzionalità cellulare e sistemica
Bibliografia e approfondimenti

PARTE 2 - Le basi scientifiche della Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento
Chiave numero 1 - DETERMINA LE TUE PREDISPOSIZIONI GENETICHE E PROTEGGITI
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 2 - INDIVIDUA I FATTORI SCATENANTI ED EVITALI
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 3 - DIMINUISCI LE CALORIE E AUMENTA I NUTRIENTI
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 4 - RIEQUILIBRA I TUOI ORMONI
I principali ormoni coinvolti nell’invecchiamento
L’endocrinologia dell’invecchiamento
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 5 - OTTIMIZZA LE FUNZIONI CELLULARI
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 6 - RIDUCI LA TUA FAME DI OSSIGENO
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 7 - CORREGGI GLI SQUILIBRI CLINICI PRIMA CHE DIVENTINO PATOLOGIE D’ORGANO
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 8 - SINCRONIZZA MENTE E CORPO
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 9 - COMBATTI LA SEDENTARIETÀ
Bibliografia e approfondimenti
Chiave numero 10 - MIGLIORA IL TUO ASPETTO ESTERIORE
Bibliografia e approfondimenti

PARTE 3 - Mettere il tutto in pratica
Principi base di Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento
Le 10 basi scientifiche della Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento
Il percorso diagnostico-terapeutico in Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento
Area medica
Area psico-fisiologica
Area motoria
Bibliografia e approfondimenti

Conclusioni

APPENDICE
L’ISTITUTO DI MEDICINA RIGENERATIVA E ANTI-AGING (ISMERIAN)


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Le 10 chiavi della salute
Dalla ricerca spaziale alla Medicina anti invecchiamento

Filippo Ongaro



torna suPresentazione Simonetta Di Pippo

La ricerca biomedica in ambito spaziale ha una storia di oltre 40 anni in USA e Russia e di oltre 20 in Europa, nata dunque insieme all’avvio della conquista dello spazio.
La comprensione dei meccanismi fisiologici e psicologici di adatta-mento all’assenza di peso é stata indispensabile per far volare in sicurezza gli oltre 400 astronauti e cosmonauti che dal primo volo di Yuri Gagarin nel 1961 hanno vissuto per periodi sempre più lunghi nello spazio.
Il futuro dell’esplorazione umana dello spazio, con equipaggi che vivranno per lunghi periodi di tempo sulla Luna e su Marte, implica una preparazione biomedica che obbliga a studiare sin da ora soluzioni medi-che e di prevenzione all’avanguardia.
Con il prolungarsi dunque delle durata delle missioni umane, è diventato sempre più evidente come vivere nello spazio inneschi, tra gli altri, un meccanismo accelerato di invecchiamento che colpisce l’intero organismo. È pertanto estremamente importante e necessario che i medici e gli scienziati coinvolti riescano a rallentare questo processo di invecchiamento, e possibilmente ad invertirlo una volta che l’equipaggio sia tornato sul-la Terra, con un processo che diventa sempre più lungo tanto più gli astro-nauti hanno subito l’assenza di peso e le altre sollecitazioni tipiche della vita nello spazio.

Essere tra i medici che assistono gli astronauti nelle varie fasi di una missione spaziale è pertanto un’esperienza unica che ha dei risvolti molto importanti anche per lo sviluppo di nuovi servizi di “Medicina Terrestre”. Molto di quello che è stato studiato in ambito spaziale, infatti, già oggi funge da pilastro centrale per la Medicina Anti-Invecchiamento, una nuova disciplina clinica che si prefigge di prevenire, rallentare e invertire i processi degenerative legati all’età.
Ed è proprio questa lunga e importante esperienza accumulata dal Dr. Ongaro come medico degli astronauti che noi ritroviamo in questo libro. È un’opera ricca di informazioni preziose e ancora poco conosciute ed è in grado di proporre un nuovo approccio alla salute che è tipico della Medicina Spaziale, ma che è valido per tutti noi.
L’esperienza internazionale dell’Autore, la sua capacità di medico nell’assistere a distanza gli astronauti anche quando sono in orbita, la sua ampia conoscenza nel settore delle contromisure che è necessario usare per contrastare gli effetti negativi sul corpo umano dei voli spaziali di lunga durata, ci consegnano un libro che sarà impossibile leggere una sola volta, ma che diverrà un riferimento giornaliero per la nostra salute e per il nostro futuro.


Simonetta Di Pippo
Direttore Volo Spaziale Umano
Agenzia Spaziale Europea (ESA)


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Dalla ricerca spaziale alla Medicina anti invecchiamento

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torna suNote Sull'Autore

Il Dr. Filippo Ongaro ha vissuto per molti anni all’estero dove ha lavorato come medico degli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Si è occupato per anni dell’invecchiamento accelerato negli astronauti sviluppando metodi di intervento per rallentarlo adottati anche dall’Agenzia Spaziale Europea e dalla NASA, dove ha lavorato a lungo presso il Johnson Space Centre di Houston. È stato anche flight surgeon (medico d’equipaggio) presso il Gagarin Cosmonaut Training Centre in Russia dove tra il 2001 e il 2002 ha seguito con tale incarico il Colonnello Roberto Vittori: primo italiano a volare con la navicella russa Soyuz. Negli Stati Uniti ha perfezionato i suoi studi in Medicina Funzionale, Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento, ottenendo il diploma dell’American Board of Anti-Aging & Regenerative Medicine (ABAARM).

Rientrato da poco in Italia, il Dr. Ongaro è oggi Direttore Scientifico dell’Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging (ISMERIAN). È membro dell’Institute for Functional Medicine, dell’American Academy of Anti-Aging Medicine, dell’International Hormone Society e dell’American Association of Clinical Endocrinologists.

Nel campo della ricerca il Dr. Ongaro collabora con enti nazionali ed esteri tra cui l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e l’Institute for Bio-medical Problems di Mosca. Il Dr. Ongaro è coinvolto anche in MARS500 il primo progetto internazionale di ricerca focalizzato sulla preparazione del volo spaziale umano su Marte, esperimento che si svolgerà a Mosca tra il 2009 e il 2010.


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Filippo Ongaro



torna suIntroduzione Autore

Mi sono sempre meravigliato di come sia facile per certi medici descrivere il proprio lavoro: dermatologo, oculista, gastroenterologo, ecc. ... Ciascuno di questi titoli definisce perfettamente l’area di intervento, gli interessi scientifici e in gran parte anche i luoghi dove si snodano le carriere delle persone che li detengono. A me invece è risultato sempre molto difficile descrivere che tipo di medico sono.
Fin dai tempi dell’Università mi sono soffermato su un paradosso della professione medica, ossia sulla teorica intenzione del medico di espandere la salute e proteggerla e sulla totale scomparsa di questo intento nella pratica clinica che si limita troppo spesso a curare malattie talmente radicate da lasciare poco spazio alla salute. Purtroppo, non è facile per un medico sintetizzare i concetti di prevenzione e cura in una unica professione. In genere, infatti, chi lavora sul miglioramento della salute ha poco a che fare con la malattia e chi invece lavora con coloro che la salute l’hanno perduta deve limitarsi a trattare patologie ormai così sviluppate da rendere il lavoro del medico spesso molto frustrante.
Vissi con questo dilemma il secondo triennio di Medicina durante il quale feci di tutto per imparare il più possibile della Medicina Clinica frequentando intensamente come volontario vari reparti, tra cui la Fisiopatologia Respiratoria dell’Arcispedale di Ferrara diretta dal Dr. Alfredo Potena, che fu per me un ineguagliabile maestro di pratica medica.
Il mio interesse verso la Medicina della Salute mi portò però alla fine dei 6 anni di corso a vincere il concorso per la Scuola di Specialità in Medicina dello Sport diretta dal Prof. Conconi. Talvolta le specializzazioni italiane lasciano molto a desiderare in termini di organizzazione, struttura ed esperienza lavorativa offerta, ma quella Scuola sembrava offrire un contatto quasi irreale con il mondo dello sport professionistico. Atleti di ogni genere passavano per la Scuola di Ferrara e noi specializzandi potevamo imparare molto dalle metodologie mediche e di preparazione fisica adottate dagli sportivi d’elite.
Ad interrompere le nostre aspettative e ad infrangere i nostri sogni subentrarono però altri problemi. Alla fine degli anni novanta scoppiarono infatti una serie di scandali legati al doping che mi fecero capire improvvisamente che forse un mondo dello sport basato sulla ricerca spasmodica di una vittoria sempre più facile non era il mio. Così, stimolato da un passato familiare che ha sempre visto l’estero come un’opportunità, chiesi di andare un anno a Colonia, in Germania, presso la Deutsche Sportho-chschule, la prestigiosa Scuola Superiore dello Sport tedesca. Qui, nel laboratorio di fisiologia, fui assegnato ad un esperimento di funzionalità polmonare finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea che doveva essere eseguito in orbita in una missione dello Shuttle. Il mondo della ricerca e della Medicina Spaziale mi affascinò a tal punto da farmi apparire i rapporti con la Scuola di Specialità sempre più distanti e meno interessanti. Così, allo scadere dell’anno di permesso, quando fui invitato a rientrare, a poco più di un anno dall’ottenimento del titolo di Specialista in Medicina dello Sport, rinunciai al mio contratto (caso unico in Italia, credo) e rimasi in Germania.
Grazie ai contatti che avevo stabilito con il team medico dell’Agenzia Spaziale Europea e in particolare del Centro Addestramento Astronauti ESA/EAC di Colonia e all’amicizia nata con il Prof. Franco Rossetto, a quel tempo capo degli astronauti, mi fu offerto quasi subito un contratto di consulenza per occuparmi dello sviluppo di un nuovo programma di ‘contromisure’ per gli astronauti europei. Per contromisure, in gergo spaziale, si intende quell’insieme di interventi atti a proteggere l’astronauta dalle conseguenze dell’assenza di gravità e in particolare dell’invecchiamento accelerato. Il mio lavoro fu apprezzato e, dopo una formazione specifica in Medicina Spaziale, mi fu offerto un contratto stabile come flight surgeon, ovvero medico degli astronauti.
Da quel momento cominciarono anni estremamente intensi da un punto di vista professionale.
Diventai responsabile dei programmi di preparazione psico-fisica e di riabilitazione degli astronauti e sviluppai una serie di metodologie adottate dai nostri astronauti in addestramento in Europa, in Russia e negli USA presso la NASA. Avviai una serie di collaborazioni scientifiche con vari istituti in NASA e Russia, interagendo con scienziati e medici di grande valore. Iniziai insieme al compianto Prof. Carmelo Bosco, fisiologo di fama internazionale, vari protocolli di studio sulle pedane vibranti come mezzo di esercizio fisico e riabilitazione. Viaggiando continuamente tra centri di ricerca europei, la sede ESA di Colonia, Mosca e Houston, introdussi nuove forme di monitoraggio della salute degli astronauti nonché nuove pratiche nel campo della nutrizione e della farmacologia naturale. Fui poi assegnato come medico responsabile della missione Marco Polo, la missione che portò il Colonnello Roberto Vittori sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Fu Simona di Pippo, oggi Direttore del volo spaziale umano in ESA, a permettermi di passare oltre un anno nei pressi di Mosca, al Gagarin Cosmonaut Training Centre (Star City), una cittadella militare nata dopo il primo volo di Gagarin. Star City è un posto inimmaginabile, dove resiste orgogliosa una classe di scienziati e tecnici che hanno creato la storia del programma spaziale russo. Fu proprio grazie a Simona e ad un progetto chiamato “Spazio per la Salute” che iniziai ad elaborare le prime idee su come utilizzare la Medicina Spaziale in ambito terrestre.
In quell’anno, e nelle molte occasioni successive di lavoro con i russi, ebbi la possibilità di comprendere il loro approccio medico-biologico, molto diverso da quello occidentale e fondato sulla teoria dell’evoluzione di Darwin. Passai giorni e giorni a cercare di decifrare vecchi studi ottenuti direttamente dagli ormai ultra-ottantenni Autori, a comprendere il loro modo di lavorare e di analizzare l’organismo che, nonostante la povertà dei loro mezzi, mi sembrava estremamente evoluto. Successivamente, le lunghe permanenze in USA mi permisero di rielaborare queste esperienze alla luce invece di una disponibilità di mezzi sofisticatissimi e in contatto con numerose realtà cliniche americane d’avanguardia tra cui l’University of Texas Medical Branch, il Baylor College of Medicine e il National Space Biomedical Research Institute.
Nel corso di questa esperienza, cominciai a rendermi conto di come la Medicina Spaziale sia essenzialmente una Medicina dell’Invecchiamento o, meglio, l’applicazione di una serie di interventi atti a frenare l’invecchiamento accelerato a cui sono esposti gli astronauti.
In orbita, senza la gravità che stimoli muscoli e ossa, senza aria fresca che aiuti la detossificazione, senza luce solare che generi vitamina D, senza equilibrio vita privata-lavoro che contenga lo stress, senza cibo fresco che nutra adeguatamente l’organismo e senza atmosfera che protegga da radiazioni, il corpo umano invecchia a velocità drammatica. Un astronauta, durante una missione di 6 mesi, perde la stessa quantità di osso che si perde a terra nei 10 anni, tra i 50 e 60 anni! Nonostante tutto ciò, le competenze e le tecnologie in mano a noi medici spaziali permettevano agli astronauti di viaggiare per periodi molto lunghi nello spazio e di tornare sani e salvi a casa.
Ad un certo punto iniziai a percepire l’importanza di applicare queste conoscenze a tutti e non solo al ristretto team di astronauti per cui lavoravo.
L’arrivo in ESA di una bellissima psicologa che divenne responsabile della preparazione mentale degli astronauti segnò un altro profondo cambiamento nella mia vita. Questa psicologa tedesca divenne mia moglie e la mamma di nostro figlio Malte. Con mia moglie iniziammo seriamente a sviluppare quei protocolli di analisi e intervento, sia fisico che psicologico, che ipotizzavamo potessero essere applicati su tutti. Fondammo così una società di consulenza in Germania, mentre ancora lavoravamo per l’ESA, e iniziammo a proporre i nostri protocolli a non-astronauti e ci rendemmo conto immediatamente che le risposte erano estremamente positive. Sempre negli USA ottenni il diploma in Medicina Anti-Aging e Rigenerativa dall’American Board of Anti-Aging & Regenerative Medicine.
Il mio desiderio di applicare questo nuovo modo di fare Medicina ad un vasto numero di pazienti divenne nel tempo così forte che decisi di abbandonare l’ESA e di fondare in Italia l’Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging (www.ismerian.org) di cui oggi sono il Direttore Scientifico e Sanitario.
I recenti sviluppi in Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento mi fanno pensare che ciò che vedremo nei prossimi 10-20 anni in termini di longevità e qualità della vita avrà dell’incredibile.
Con Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento si intende un modo nuovo e personalizzato di curare che si basa sullo studio del singolo individuo da un punto di vista genomico, biochimico, psicologico e ambientale (considerando cioè gli specifici stimoli ambientali a cui è esposto). Lo scopo della Medicina Rigenerativa e Anti-Invecchiamento è quello di trarre vantaggio dalla comprensione delle basi molecolari della fisiologia e della patologia, non solo per curare malattie insorte ma per ottimizzare la salute intervenendo in modo ultra precoce su processi biochimici alterati. Questa strategia medica permette non solo di ottenere risultati di gran lunga migliori sui pazienti, ma soprattutto di ridurre i costi sanitari legati alle tante patologie cronico-degenerative dell’invecchiamento che possono essere in gran parte prevenute.
La Medicina Rigenerativa sta trasformandosi rapidamente da una disciplina esclusivamente di ricerca in una materia clinica. Le terapie con cellule staminali da adulto, che non hanno nulla a che fare con la controversa questione dell’uso di embrioni umani a scopo terapeutico, stanno diventando una realtà. Non mi sono soffermato su questo tipo di interventi in questo libro perché l’argomento è di una tale complessità che merita un trattamento a parte.
La grande spinta verso una maggiore personalizzazione nella pratica medica arriva in particolare dallo studio del genoma e dalla possibilità di utilizzare informazioni genomiche e biochimiche per guidare il processo decisionale del medico.
Ma c’è dell’altro.
Entro breve si assisterà ad un progressivo passaggio dalla Medicina degli organi e dei tessuti a quella delle cellule, delle molecole e dei geni. Si assisterà ad una progressiva riduzione del ruolo della Medicina Specialistica, come viene intesa oggi, perché appare sempre più chiaro come questa sia il risultato di una pratica medica che non rispecchia nella sua totalità il funzionamento dell’organismo umano. Non possiamo più permetterci di ignorare le complesse reti di interazione molecolare che caratterizzano il corpo umano in salute e malattia e continuare invece a parlare di nefrologia, cardiologia, gastroenterologia, ecc. come se fossero discipline indipendenti l’una dall’altra.
Per ciò che riguarda la prevenzione, essa si differenzierà nettamente dalla diagnosi precoce acquistando un ruolo predominante nel panorama delle cure mediche. Farsi un esame per diagnosticare il prima possibile una malattia, come si fa per esempio con la mammografia, non ci basterà più. Vorremo sapere prima se siamo predisposti ad una particolare malattia, in modo da avere più chance di evitarne l’insorgenza.
Come accennavo prima, più in là nel tempo ci aspettano le cellule staminali, in grado letteralmente di invertire l’orologio biologico e darci un carico di cellule vitali e sane, e le terapie geniche che permetteranno di variare l’espressione del nostro genoma.
Tutto questo deve essere visto come una grande opportunità e non con timore, diffidenza o rifiuto. L’invecchiamento, come vedremo, è un processo meno naturale di quello che sembra e rallentarlo o sconfiggerlo è un atto di grande umanità e scientificamente pienamente legittimo. Mano a mano che i nostri mezzi diventeranno sempre più raffinati, non potremmo più rifiutarci di curare l’invecchiamento e di tentare di debellarlo.
È corretto permettere che ogni giorno oltre 100.000 persone muoiano a causa di malattie dell’invecchiamento? Si tratta di 30 milioni di vite in un anno!
Anche gli argomenti demografici appaiono largamente ingiustificati. Considerando che 2.1-2.3 figli per coppia è il numero minimo necessario per mantenere la popolazione stabile, il mondo rischia una riduzione drastica della popolazione a partire dal 2050. A livello globale, il numero di bambini nati per donna è diminuito da 5.02 nel 1950 a 2.65 nel 2005. In Europa, da 2.66 a 1.41. Negli USA, da 3.47 a 1.99. In Oceania, da 3.87 a 2.30. In America Centrale da 6.38 a 2.66. In Sud America da 5.75 a 2.51. In Asia, da 5.85 a 2.43. In Medio Oriente e Nord Africa, da 6.99 a 3.37. In Africa sub-sahariana, da 6.7 a 5.53. Nel 2050 si prevede che la media mondiale per donna sia di 2.05 e che solo Medio Oriente e Africa avranno valori superiori a 2. Nel periodo 2005-2050, metà della popolazione mondiale apparterrà a solo 9 Paesi: India, Pakistan, Nigeria, Congo, Bangladesh, Uganda, USA, Etiopia e Cina (in ordine di grandezza). La popolazione di 51 Paesi, inclusi Germania, Italia, Giappone e la maggior parte dei Paesi della ex Unione Sovietica sarà più bassa nel 2050 che nel 2005.
Anche la mancanza di cibo è un argomento debole di chi è contro interventi di prevenzione e cura dell’invecchiamento. Infatti, la crescita di produzione di cibo è stata costantemente superiore alla crescita demografica, il che dimostra come la fame nel mondo sia un problema di errata distribuzione e non di mancanza di cibo.
Se non sarà per ragioni scientifiche ed etiche, la rivoluzione portata dalla Medicina Anti-Invecchiamento attecchirà per ragioni economiche, perché il mondo non sarà in grado di farsi carico del costo delle malattie degenerative dell’invecchiamento. Negli USA, il numero di persone affette da Alzheimer aumenterà dai 4 milioni di oggi a 16 milioni nel 2050: un numero di malati pari all’intera popolazione dell’Olanda. Globalmente, i malati di Alzheimer nel 2050 saranno 45 milioni e 3 malati su 4 saranno cittadini di un Paese sviluppato. Negli USA, il costo attuale per questa malattia è di 80-100 miliardi di dollari, ma nel 2050 questa cifra supererà i mille miliardi di dollari, e stiamo parlando di una sola malattia. Prolungare il periodo di vitalità e migliorare la qualità della vita significa diminuire drasticamente i costi sociali e mantenere le persone attive fino ad età più avanzate mentre lasciare le cose così come sono vuole dire avere milioni di anziani allettati, non autosufficienti, tenuti in vita da mille terapie, sofferenti e tristi, senza alcuna aspettativa e nulla da godere nella vita.
Credo che non possiamo più aspettare.
Tutti noi medici e pazienti dobbiamo responsabilizzarci, rimboccarci le maniche e cominciare la lotta all’invecchiamento. Si continuerà a morire lo stesso, ma si morirà in fretta come in tempi antichi per cause naturali e non dopo anni di sofferenza e mancanza di autonomia. Si morirà dignitosamente dopo i 100, 120 o magari 150 anni passati in ottima salute. L’integrazione di ricerche epidemiologiche su larga scala con le scoperte in ambito genomico sta dando vita ad una nuova forma di Medicina, una Medicina assolutamente personalizzata che non punta semplicemente alla cura, ma alla rigenerazione dell’organismo.

A chiusura di questa introduzione vorrei precisare che questo libro non vuole essere un manuale del “fai da te”. Un organismo complesso come quello umano e la nuova Medicina che si prefigge di curarlo non possono essere banalizzati a tal punto.
Mi auguro invece che questo libro da un lato serva da stimolo al Lettore-paziente per scoprire cosa possono offrirgli le più recenti innovazioni mediche e che dall’altro sia un invito al Lettore-medico a riflettere sul proprio modo di vedere la salute, la malattia e la cura.

Filippo Ongaro


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