Introduzione alla Medicina Omeopatica

 
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Introduzione alla Medicina Omeopatica  Proceso Ortega   Nuova Ipsa Editore
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Ricordo ancora, con viva emozione, il giorno di giugno del 1984 in cui mi trovai per la prima volta di fronte a quell'uomo di cui avevo sentito parlare a lezione dal professor Antonio Negro, come il più grande esperto mondiale di "miasmi". Lo ascolta­vo parlare con riverente attenzione, fissandolo, ed incrociai il suo sguardo più volte. Non aveva uno sguardo comune, ma quello di chi oltre che guardare, riesce a vedere, riesce a percepire, a calarsi nella realtà intima di chi gli sta davanti.

Continuai a studiare l'Omeopatia, iniziai a praticarla, ma nel corso del tempo mi rendevo sempre più conto che forse si poteva approfondire di più lo studio del malato, la percezione del malato, la visione della sua sofferenza dinamico-energetica rappre­sentata dai sintomi di cui si lamentava. Pensavo di fare abbastanza per i miei malati e di fatto avevo avuto molte soddisfazioni con loro, poi un giorno mi invitarono a fare una conferenza presso una televisione locale. Fu così che per preparare gli argomenti, ripresi in mano i vecchi appunti dei seminari in cui Proceso Sanchez Ortega e Tomas Pablo Paschero ci donavano la loro esperienza di Maestri dell'Arte del curare. Ora che avevo già una certa esperienza omeopatica, fui colpito dai concetti straordinariamente profondi del Maestro messicano, cercai il suo indirizzo, gli scrissi e dopo poco più di un mese ero già a bordo di un 747 Air France, destinazione Ciudad de Mexico: era luglio del 1989. Mi ero studiato quasi a memoria una vecchia grammatica spagnola di un certo Leonida Biancolini, datata 1929, e nonostante la mia scarsa esperienza di viaggi e l'abitudine alla vita tranquilla nella mia Macerata, sbarcando all’aereoporto della più grande metropoli del mondo ebbi l'impressione di essere a casa. Fui ricevuto cordialmente dai colleghi messicani e il giorno successivo mi recai a Tulancingo de Bravo, nello Stato di Hidalgo, 100 km a Nord di città del Messico, luogo di nascita e di residenza di colui che da quel momento in poi avrei definito "il mio Maestro".

Mi accompagnarono a casa sua, una casina alla periferia della cittadina, dove il grande Proceso e la signora Rebecca mi ricevettero con una cordialità davvero squisita, mi comunicarono che finché non mi fossi ambientato 'avrei dormito a casa loro, mi sembrò un sogno. La notte infatti, erano quasi le 3,00, in preda all'emozione di essere nella casa di un "mito", di poter sfogliare i suoi preziosi libri antichi appartenuti a chissà quali altri Maestri della medicina hahnemanniana, di poter vedere come viveva, non riuscivo a prendere sonno, anche per uno strano "vociare" che proveniva dal giardino. Fissando maggiormente l'attenzione capii che era il Maestro che stava parlando da solo. Sbirciai fuori dalla finestra e lo vidi parlare in un piccolo registratore portatile, ma la mia scarsa padronanza della lingua di allora mi impedì di comprendere. L'indomani mi azzardai a chiedere cosa stesse facendo la notte precedente e lui mi disse che stava registrando degli appunti del suo nuovo libro, un libro molto vasto dove affrontava tutti i temi della dottrina e della clinica omeopatica. Involontariamente avevo assistito alla nascita del libro che poi quattro anni dopo, quando tornai in Messico (lo faccio ormai ogni anno dall'89 come in preda ad una dipendenza incurabile!), il Maestro mi propose di curare nell'edizione italiana. L'impresa mi sembrò davvero ardua, visti i numerosi impegni lavorativi, didattici etc., ma il senso di riconoscenza per i grandi insegnamenti ricevuti dal Maestro, l'affetto verso i colleghi della Scuola Messicana e l'onore di essere la voce italiana di P.S.Ortega, mi obbligarono a dire di sì.

Il lavoro mi ha impegnato per lunghi anni, in una fatica quasi esclusivamente nottur­na. È stato molto difficile realizzare il lavoro che ho concluso oggi agli albori del terzo millennio, ci sono state grosse difficoltà di adattare al nostro idioma lo stile del Maestro. Non ho voluto riadattare il linguaggio per non stravolgere il senso del suo insegnamento, anche se questo non ha reso fluidi i discorsi, per cui il lettore non troverà un testo di rapida lettura, ma molto vicino alla traduzione letterale che non esalta certo la forma. Non temo critiche in questo, perché ciò che conta nello studio della medicina dell'uomo è la sostanza e di "sostanza" in questo libro ce n'è molta, così come nell'insegnamento di Proceso Sanchez Ortega iniziato negli anni '40 e della sua Scuola "Homeopatia de Mexico a.c.", fondata nel I960.

Il libro precedente di P.S.Ortega, "Appunti sui miasmi", divulga la sua visione innovativa sulla teoria dei miasmi di Hahnemann ed è già stato tradotto in tutte le lingue, da ultimo in russo. In questo nuovo testo, invece, i concetti vengono ampliati e sviluppati, con un taglio specialistico rivolto a chi si applica quotidianamente nella lotta contro la cronicità patologica che attanaglia ogni essere umano e che il genio di Meissen ha definito miasmi cronici. Il Maestro Ortega ha voluto fare un corso completo, includendo elemen­ti di storia, di filosofia, di dottrina e di clinica integrale omeopatica. Insomma è un libro che tratta l'argomento omeopatico dalla A alla Z.

Dopo numerosi viaggi in Messico per vivere e lavorare accanto al Maestro, posso affermare di aver visto all'opera un vero classico dell'Omeopatia, un uomo coerente con i suoi pensieri e con i suoi insegnamenti, cosa sempre più rara fra le nuove "meteore" della nostra medicina, e di averlo visto compiere quei piccoli "miracoli" di guarigione che hanno reso immortale, nonostante le aspre opposizioni della potente Allopatia, la nostra entusiasmante ed ineguagliabile Arte del curare.


Introduzione alla Medicina Omeopatica  Proceso Ortega   Nuova Ipsa Editore
 
Introduzione alla Medicina Omeopatica

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